Storia di Roma di Ettore Pais
712 cap. vili. - dalla resa di napoli all* interv. di pirro.
lo trasformarono in modi vari ed anche opposti, assegnandolo a più personaggi della stessa o di altre famiglie. (*)
Nel racconto delle vicende esterne 'codesto processo di amplificazione ebbe soprattutto luogo nella descrizione delle battaglie; in quello delle lotte interne acquistò proporzioni ed importanza maggiore e venne variamente foggiato a seconda delle tendenzepolitiche delle singole genti, dei singoli scrittori. Con tali amplificazioni stanno in stretto rapporto, come già notammo, le duplicazioni. Esse ci mostrano come un fatto originariamente tenue, allargato dagli annalisti favorevoli o contrari all'agitazioni del tempo in cui si svolse ad es. il processo degli Scipioni, oppure amici od avversari dei Gracchi, fu oggetto di ulteriori ritocchi e rimaneggiamenti nelle età successive, sino a giungere ai contemporanei di Mario, di Siila, di Cesare e di Varrone. In tale sovrapposizione di racconti va cercata la causa per cui le gesta dei Claudi censori nel 169 e nel 136 valsero ad incarnare quelle del celebre censore del 312 a. C., del pseudo decemviro del 450, e degli omonimi consoli del 471 e del 495; per cui i Licinì del III e del II secolo fornirono materia a discorrere dell'eloquenza di Licinio Stolone e dei personaggi di lor gente, che si facevano vivere in età ancora più vetuste. (2)
Come mai le gesta autentiche del IV secolo, rimpolpate con quelle delle generazioni successive, siano state usufruite a tingere le imprese dell'età antichissima ed a creare schemi paralleli di narrazioni. che si riproducono due, tre e persino quattro volte, non è in massima difficile ritrovare. Nel contegno tradizionale del patriciato e della nobiltà romana, nella costante abitudine di inspirare la propria condotta al u mos maiorum, „ va cercato uno dei motivi per cui il carattere di questo popolo seppe mantenersi abbastanza inalterato sin circa i tempi in cui, superato Annibale, ebbe pur principio la dissoluzione di esso. La signorile grandezza dei Fabì e il carattere popolare dei Valeri del III secolo, vennero agevolmente attribuiti ad antenati, intorno ai quali ben poco si poteva sapere, per la
1 Cfr. s. parte I, p. 116 sgg.
2 V. s. p. 44 sgg.; 133 sgg.; 549 sgg
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (759/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Scipioni Gracchi Mario Siila Cesare Varrone Claudi Licinì Licinio Stolone Annibale Fabì Valeri Cfr
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