Storia di Roma di Ettore Pais

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      cause storiche e morali delle amplificazioni.
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      semplice ragione che i Fabi ed i Valeri del II e del I secolo cercarono, in generale, imitare il contegno tradizionale di quelli del III. Gli Inni, i Marcì degli ultimi anni della repubblica, si attennero a tradizioni familiari ben note e determinate sino dal secolo precedente, che si potevano in qualche caso far risalire sino all'età delle guerre puniche. E codesto procedimento abbiamo agio di constatare tanto per i patrici Quinzi ed i plebei Eli, che ostentavano disprezzo per la ricchezza e la vita molle, come per i Cassi ed i Semproni, amanti della libertà popolare, infine per i patrici Claudi, che, pur avendo l'animo disposto ad accogliere idee democratiche, affettavano il più grande disprezzo per la nobiltà plebea e per l'opinione pubblica, e che manifestavano apertamente il desiderio di sottrarre il proprio operato al controllo dei colleghi. (*)
      Il processo di amplificazione agli occhi degli scrittori romani aveva il pregio di soddisfare ai gusti letterali di allora e di riempire pagine intere di nobili concioni, ovvero di belle descrizioni di battaglie. Descrizioni che riescono fredde e noiose a noi, che le sappiamo false, o che nella storia, anziché il modo pressoché stereotipato di estrinsecarsi della forza materiale, cerchiamo lo sviluppo delle forze economiche e delle idee politiche e morali. Esse dovevano invece dilettare i colti romani, i cui letterati, i cui uomini politici, erano allo stesso tempo forti e robusti uomini di armi, e che, anche nei giuochi del circo, nelle ore destinate alla distrazione dello spirito, assistevano a spettacoli di guerra, che abituavano gli animi dei giovanetti a quegli spettacoli, a quelle scene di sangue, a cui dovevano più tardi dedicare le loro forze migliori, gli anni più validi della vita. (2)
      (1) Cfr. s. parte I, p. 117 sg.
      (2) La notizia che i primi Indi gladiatori furono fatti a Roma dagli Iuni Bruti nel 264, Liv. ep. XVI; Val. Max. II, 4, 7; cfr. Serv. ad Aen. Ili, 67, oppure che essi furono importati dall' Etruria, v. Nic. Dam. apd Athen. IV, p. 153, fi . 84 in M, FHG. III, p. 417, al pari della informazione sui ludi gladiatori in uso fra i Campani dal 310 almeno, v. Liv. IX, 40, 7, non deve generare la credenza che solo verso la metà del III secolo i Romani abbiano incominciato a prendere piacere a tali spettacoli. Nel 264 a Roma venne forse ordinato per la prima volta in modo stabile o particolare il * mnnus gladiatorium, „ ina i duelli di prigionieri


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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