Storia di Roma di Ettore Pais

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      710 cap. vili. - dalla resa di napoli all 1nterv. di pirro.
      Roma degna del suo presente. La nazione che era riuscita di fresco vincitrice nelle lotte, che le avevano dato la dominazione del mondo, che aveva umiliati a Cinocefale i Macedoni, " il grande „ Antioco a Magnesia, si credeva in diritto di possedere una storia cosi vetusta quanto quella dei più nobili Stati greci. (*)
      Il popolo romano-sabello, ben lungi dal riconoscere la fresca sua origine, che non risaliva, nell'ipotesi più favorevole, al di là della prima metà del V secolo, nello schema costante dell'annalistica, non solo la riconnetteva con dei ed eroi come Enea, Marte e Romolo, ma pur avendo l'occhio attento ai fatti più notevoli della storia greca, che con falsi sincronismi e con pseudo parallelismi in certo modo si appropriava, supponeva uno svolgimento autonomo, sia nel campo della politica esterna, sia in quello delle interne istituzioni. La vita interna ed esterna del popolo romano (così si veniva implicitamente ad affermare), non avrebbe ricercato impulsi ed eccitamenti dal di fuori. LTna generazione sarebbe succeduta ad un'altra recando il contributo delle medesime idee, delle medesime energie nazionali, a guisa di ampia sorgente, scaturita ad un tratto da eccelsa rupe, che accolga man mano il modesto tributo di brevi rivi secondari scendenti da sterili valli, e che, senza essere in fondo tributaria di nessun'altra corrente, formi un vasto fiume, che corra diritto e maestoso verso l'oceano.
      1 Romani, consci della propria grandezza e della inferiorità fisica e morale dei vinti, finirono per dimenticare quanto avevano appreso da quelli e per considerare se stessi come uomini di tempra diversa; raramente qualche erudito greco accolto dalle famiglie più colte, o qualche scrittore nazionale imbevuto di dottrine forestiere, ricordò loro quanto dovessero alla civiltà ellenica. (2) Era
      (*) Cfr. s. parte I, p. 113 sgg.
      (2) Il pensiero che i Romani fossero debitori ai Greci di vari istituti si trova in autori di quest'ultima nazionalità, ed anche in scrittori latini, v. ad es.
      Athen. (= Posid.? VI, p. 273; Cic. Tusc. IV, 1, 1. Cfr. Diod. XXIII, fr. 2; Lied. Vat. dell'Arnini; Sall. Catv. 51, ove si riconosce che i Romani appresero man mano dagli Etruschi, dai Sanniti, dai Greci, varie foggie di armi ed anche istituzioni. Quali fossero i sentimenti dei Romani sotto questo riguardo: che essi non


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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