Storia di Roma di Ettore Pais

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      AGGIUNTE E CORREZIONIA proposito delle tradizioni secondarie e generalmente reiette
      (v. prefazione, p. XI sgg.)
      Rispetto a Maiala mi basti notare come, a proposito di Romolo e dell'origine della Brumalia, contenga un frammento di Licinio Macro (n. 2 P). Che Lido, in mezzo a molti errori, serbi di quando in quando notizie pregevoli e qualche dato degno di nota sull'origine delle magistrature romane è noto. In qualche caso egli riferisce indicazioni tolte per via indiretta da Catone e da Vairone (v. ad es. de mag. I, 24), o che originariamente erano collegate con fonti siceliote (proem. 1; de mens. I, 19). I rapporti di Lido con Labeoue e Nigidio da lui attestati, sono stati più volte rilevati; su contatti di questo genere con grammatici latini v. ad es. Crusius, nel Philologus, LVII (1898), p. 501 sg.
      Non occorre poi ricordare che l'opuscolo pseudo plutarcheo, noto con il titolo di a parallela minora n contiene generalmente riproduzioni di aneddoti greci di età molto recente e tarde imitazioni romane. L'opinione però oggi comunemente espressa: che sia opera di un falsario, riposa su un giudizio ormai vieto. II fatto che Stobeo riproduce con le medesime parole alcune delle notizie di questo opuscolo (cfr. ad es. n. 16, il racconto di Demarato (v. Scjsemihl, Geschichte d. griech. Litt. i. d. Aìexandrinerzeit, II, p. 53), sui Tegeati con Stobeo, fiorii. XXXIX, 32), avrebbe dovuto indurre la critica a parlare con meno facilità di falsificazione letteraria anziché di assai tarda compilazione di miti od anche di tarde frottole prive di qualsiasi valore.
      La singolarità dei particolari contenuti in questo opuscolo ed in altre tradizioni registrate da Polieno, da Juba, e da Plutarco, non è per sè sola argomento sufficiente di adulterazione, dacché con simile criterio si dovrebbero condannare come falsificazioni varie notizie talora pregevoli, che il genuino Plutarco leggeva in autori per noi perduti, e che fornivano ad es. indicazioni contrarie a quelle di Erodoto. Con ciò è tutt'altro che escluso che in Plutarco ed in Juba non siano talora accolti dati che erano frutto di falsificazione. Ma non dobbiamo dimenticarci che di queste abbiamo traccie anche in Livio ed in Dionisio.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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