Storia di Roma di Ettore Pais

Pagina (771/795)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      724
      aggiunte e correzioni.
      Una delle varie notizie del Pseudo Plutarco, 39, che va sotto il nome di Aristide, e precisamente quella relativa al mito di Emilio Censorino di Se-gesta (ossia dell'Albano Amulio; cfr. s. parte I, p. 199), non ostante la impurità della fonte da cui deriva, è stata oggetto di esame da parte di tutti gli storici di Roma. Ma questa non è l'unica notizia che meriti un po' di esame. Lo merita anche la notizia che va sotto il nome di Zozimo, n. 36 (Susemihl, op. cit. II, p. 469), pur riferita per la storia parallela ivi ricordata da Lido, de mem. fr. Caseol. p. 113 Bkk. Anche la redazione del così detto Aristide Milesio, ib. 17, sulla cecità del pontefice L. Metello è molto più credibile di quella delle fonti ufficiali (v. s. p. 664, n. 2). Se a me, in codesta collezione è poi riuscito trovare altri quattro o cinque aneddoti, i quali per una ragione o per un'altra, siano degni di qualche considerazione, ciò non potrebbe fornire argomento di biasimo. Lo meriterei certamente ove in quelle notizie, più che indizi dell'esistenza di varie tradizioni, credessi ritrovare l'eco della verità storica.
      A quelli del resto che attendono allo studio delle fonti vorrei ricordare che, l'Aristide del quale nella collezione pseudo-plutarchea si fa spesso menzione, fa pensare involontariamente in qualche caso al noto ed omonimo rifacimento di Cornelio Sisenna. Che Sisenna, il quale passava per storico serio e grave, abbia atteso anche a scrivere frottole di questo genere non dovrebbe recare sorpresa. Il nostro Machiavelli, autore di allegre commedie, non ha forse composto una storia di Castrucoio Castracani, la quale è poco più che la riproduzione di un romanzo storico, scritto da un suo contemporaneo, intessuto di vecchi aneddoti classici? Voltaire, lo storico del tf siècle de Louis XIV, „ non ha forse raccontata la storia di Candide „ e * la vision de Babouc „ ?
      Sull'assedio di Veio
      (a p. 24 sgg.ì
      Mentre rispetto a Veio ed al Campidoglio, si parla, come facemmo notare, di cunicoli sotterranei, per tutte le altre città, non solo sino al tempo della presa di Cales e di Pednm (Liv. Vili, 13, 6; 16, 7), ma anche della stessa Cominium (Liv. X, 43, 5), e di Turi (Val. Max. I, 8, 6), si fa menzione di scale, di cui notoriamente si discorre spesso per assedi posteriori. L'annalistica, secondo il suo costume, parla di opere fatte dagli assediatoli vineae, opera, „ Liv. II. 17, 2), ad es. per l'assedio di Suessa Pomezia nel 502 a. C.; e per quello di Sepino nel 293, Liv. X, 45, 14. Ma parrebbero serbare una tradizione più sincera Atheneo, VI, p. 273, e 1' u Ined. Vat. „ dell'Arnim (nell'Hermes, XXVII (1892), p. 121, ove si dichiara avere i Romani appreso dai Greci l'arte di fare macchine e dell'assediare.
      E poiché nel discorso riferito nell' * Ined. Vat. „ che sarebbe stato tenuto al tempo dello scoppio della prima guerra punica, tale ammaestramento è ricordato dopo ciò che i Romani in fatto di ordinamenti militari avrebbero ricevuto prima di tutto dagli Etruschi e poi dai Sanniti, parrebbe potersi ricavare, che regolari opere di assedio non vennero fatte dai Romani prima di quelle di


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

Pagina (771/795)




da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Pseudo Plutarco Aristide Emilio Censorino Se-gesta Albano Amulio Roma Zozimo Susemihl Lido Bkk Aristide Milesio Metello Aristide Cornelio Sisenna Sisenna Machiavelli Castrucoio Castracani Louis XIV Candide Babouc Veio Veio Campidoglio Cales Pednm Liv Cominium Liv Turi Val Liv Suessa Pomezia Sepino Liv Atheneo Ined Arnim Hermes Romani Greci Ined Romani Etruschi Sanniti Romani Vili