Storia di Roma di Ettore Pais

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      aggiunte e correzioni
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      una riproduzione di quello di Archita e di Platone, Per le stesse ragioni, in fondo, le gesta di Pirro si raccontavano un poco a somiglianza di quelle di Alessandro il Grande.
      Sulle dediche degli Ogulni
      (a p. 588, n. 1).
      Il confronto delle monete romane così detto campane, con quelle di Capua aventi leggenda osca e Giove sulla quadriga, v. Garrucci, le mon. d. Iteti. aut. LXXXVII, 6, 7, non lasciano dubbi sul tipo che dovevano avere le quadriglie degli Oguln! e sul loro carattere ellenico. Intorno alle cause dell'identità artistica di tali tipi nelle monete romane e campane rimando per ora a ciò che ho notato s. p. 234, n. 1.
      A proposito del delitto delle matrone romane nel 331, di (J. Fal>io Gnrgite, e del tempio di Esculapio
      (a p. 317, n. 1, 593-597).
      Sebbene il primo incendio del 210 si dica fatto a Roma (Liv. XXVI, 27, il secondo di quell'anno si dica tentato presso Capua (Liv. XXVII, 3), non ho nondimeno esitato ad emettere l'ipotesi che i due racconti possano riferirsi ad nn solo fatto, o meglio, che circostanze appartenenti a due fatti distinti siano state fra loro confuse. A quanto osservo in quella nota si possono aggiungere gli esempi che reco oltre a p. 639, n. 1.
      Il sospetto che, al pari di un triplice ricordo della medesima peste scoppiata al tempo di Q. Fabio Gurgite, vi fossero almeno due versioni sul tempo dell'arrivo di Esculapio potrebbe trar conferma dal passo di Plinio, NH. XXIX, 16, ove dopo essersi detto che gli u antiqui „ Romani dispregiavano la medicina: aggiunge: u ideo tempi uni Aesculapii, etiam cum reciperetur is deus, extra urbein fecisse iterumque in insula traduntur Codesta seconda edificazione del tempio di Esculapio, a cui accenna Plinio, si suole riferire, pei* quel che vedo, ad nn anno di poco anteriore al 43 od al 62 a. C.. Jordan apd Aust. de aedibiis, p. 13. Ma in tal caso non comprendo come Plinio, il quale in tutto il passo parla dei più vetusti Romani, e che si vale in corrispondenza dell'espressione u antiqui, „ potesse applicare questo epiteto a persone vissute un paio di generazioni prima di lui.
      Si può tuttavia dare un'altra interpretazione al luogo di Plinio e supporre che egli accenni al culto di Vediove congiunto con il tempio di Esculapio
      dedicato ed eretto fra il 210 ed il 194, Liv. XXXI, 21, 12; XXXIV, 53, 7; Fast. Praen. ad d. 1 lan. apd CIL. I2, p. 305; Ovid. fast. I, 193, Sulla natura di questo culto vedi l'ipotesi recentemente emessa da M. Besnikr, lupiter lu-rarius nei Mélanges d'archeologie et d'histoire della scuola francese a Roma,
      XVIII (1898), extr.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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