Storia di Roma di Ettore Pais
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aggiunta finale.
cultori della mitologia comparata non ci devono trattenere dalTaccettare quella parte delle loro dottrine che contenga qualche cosa di vero.
Ma lasciando di porgere qui dimostrazioni, che credo di aver dato esuberantemente altrove, mi limito a notare come la leggenda della morte di Romolo, delPecclissi e delle tempeste, che sarebbero scoppiate allorché quegli scomparve dal cospetto dei suoi, non sono che tratti tolti dai sacri racconti, che si connettevano in origine con il culto del Sole e di eroi solari (v. s. parte I, p. 282), e come gli antichi mettessero in stretta relazione Romolo con il Volcanale. Quivi egli avrebbe in fatti posta la Curia, quivi si sarebbe trovato a discutere per il pubblico bene con Tito Tazio, Dion. Hal. II, 50; Plut. q. Rom. 47; quivi infine avrebbe dedicato la quadriga di bronzo dopo la vittoria sui Camerini, Dion. Hal. II, 54; Plut. Rom. 24. In questi due ultimi luoghi può discutersi se si accenni all'area di Yolcano ovvero al tempio di Volcano Sommano, ossia al più antico Campidoglio (v. s. p. 180 sgg.) Ma i testi precedenti mostrano che il Volcanale stava ad ogni modo in rapporto con la leggenda della morte del primo re romano.
Romolo, si diceva dai più, sarebbe perito fuori della Città nella palude Caprea durante un'ecclisse, fra tuoni ed i fulmini di una tempesta (Liv. I, 16, 1 ; Ovid. fast. II, 489; Paul. ep. Fest. 65; Plut. Rom. 27; Xum. 2; Cam. 33; Flor. 1, 1; Sol. I, 20; Macbob. 1, 11, 36, etc.) A questa versione Plutarco, Rom. 27, fa però precedere un'altra, secondo la quale Romolo sarebbe scomparso non nella palude Caprea ma; sv Ttp lep§ zob cHcpaiacou, ossia nel Volcanale, dove sarebbe stato tagliato a pezzi dai senatori; cfr. Dion. Hal. II, 56. Però, ove ben si considerino, queste due tradizioni non sono così diverse come Plutarco, e sulla sua falsariga i moderni, sogliono affermare.
Lasciamo ai topografi ed agli scavi che si stanno compiendo lo stabilire, con maggiore esattezza di quella che sin ora non si sia forse potuta usare, quali rapporti esistano fra il Volcanale, dove ancora il decemviro Appio Claudio avrebbe convocato il popolo, ed il Comizio, che si sarebbe trovato in un livello un poco più basso. Notiamo solo che non ha valore di sorta, come già rilevò il De Rossi, bull. d. comm. manie. XI (1883), p. 244 sgg., l'ipotesi dei moderni, che la palude Caprea sogliono porre nel Campo Marzio. Tuttavia in parte è discutibile anche la tesi di questo illustre erudito, il quale la colloca senz'altro verso il secondo miglio della via Nomentana, nel luogo che documenti dei primi secoli dell'età cristiana chiamano u ad Caprea, „ quasi di fronte all'antica Antemnae.
Non so infatti se sia stato osservato che il luogo nel quale fra tuoni e fulmini sarebbe scomparso Romolo conviene cercare non lungi dello stesso Foro Romano, dove si diceva fosse la sua tomba. La Città di Romolo, secondo le tradizioni più antiche, era quella del Palatino; perciò la regione del Foro era fuori di questa. È quindi corretta l'informazione di Plutarco, q. R. 47, ove dice che Romolo fece il Volcanale fuori della Città. A ciò si aggiunga che nella leggendaria battaglia fra Sabini e Romani, dove più tardi sorse il Foro, vi sarebbe stata la palude, in cui Mezzio Curzio avrebbe rischiato di sprofondare, Varr. d. I. L. V, 149, Liv. I, 12; Dion. Hal. II, 50. In questa stessa località sarebbe perito Osto Ostilio, l'amico di Romolo, l'avo di Tullio Ostilio, seppellito nel Foro appunto dove era il u niger lapis, „ che a Romolo era destinato v. Fkst. p. 177 M. s. v. c.)
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899
pagine 746 |
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Pagina (787/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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