Storia di Roma di Ettore Pais

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      746 aggiunta finale.
      i Oalabri, più o meno direttamente sottoposti a Taranto (v. la mia Storia d. Sicilia e d. Magna Grecia, I, p. 613). A parte ciò, non ci sarebbe nulla di strano che le * Tenariae fauces, „ le ben note: u alta ostia Ditis, „ avessero fornito il lastricato del Volcanale, ossia dell'area del dio, che con il nome di Summano corrispondeva al Plutone greco (cfr. s. p. 184, n. 3), area la quale, come da taluni forse si pensava, era quella stessa che copriva le ossa di Romolo. Così l'asiatica Pessinunte avrebbe dato la pietra, che personificava la Madre degli Dei, la quale dea fu in ultimo identificata con la madre di Romolo (v. s. parte I,
      p. 205 sgg.)
      Non sarebbe certo difficile comprendere come mai i Romani abbiano voluto lastricato il Volcanale con pietra tolta al capo Tenario, così come i Sicion! curarono acche con quella del loro paese fosse edificato il proprio tesoro ad Olimpia v. Doerpfeld, nelle athen. MittheiL 1883 (Vili), p. 67, così come i Pisani desiderarono che la terra del loro camposanto fosse quella di Terra Santa. Ma mi astengo naturalmente dall'insistere su queste e su altre osservazioni, che sarebbe ovvio fare, sino a che non sia reso noto il risultato dell'analisi della pietra di quel lastricato. Tali osservazioni sarebbero ora premature; l'analisi in parola potrebbe rivelarle prive di base e quindi affatto oziose.
      Anziché insistere su queste ultime osservazioni è forse più opportuno rilevare che prima di accettare come definitive teorie condotte a termine certo con dottrina, ma forse con troppa rigidità di sistema, che prima ancora di identificare i monumenti scoperti e da scoprirsi, non sarà inutile rifare qualche volta il cammino già percorso ed approfondire la questione se per il tempo che passò dal 338 circa a quello di Siila ed anche per il successivo, la regione del Comizio e del Foro non abbiano subito maggiori modificazioni ed anche di natura diverse di quelle che siamo soliti ammettere. Nuovi scavi e nuovi studi potrebbero forse meglio chiarire l'importanza topografica del lago Curzio e del Volcanale e mostrare che la teoria del u templnm „ venne applicata con eccessivo rigore a tutti gli edifici accanto al Comizio o va riferita ad un'area in parte diversa da quella che fu designata. Così anche rispetto al Palatino si è presa forse troppo alla lettera quanto ci è detto sull'antichissima città quadrata di quel colle.
      Speriamo che questo ed altri quesiti di pari o di maggior importanza vengano finalmente risolti grazie agli scavi ed alle demolizioni testé incominciate: Auguriamoci che Guido Baccelli, il quale ha legato il suo nome alla via Sacra, all'atrio delle Vestali, all'isolamento del Pantheon, voglia ancora una volta con-giungerlo ed indissolubilmente con quello di tutto il vecchio e venerando Comizio, ove echeggiarono liete e festanti le voci dei liberi cittadini di Roma, allorché dai rostri appresero la notizia delle vittorie del Metauro e di Zama (Liv. XXVII, 51; XXX, 40), d'onde partirono le infuocate parole di C. Gracco, che denunciando i danni dell'abusiva occupazione dell'agro pubblico e propugnando la fondazione di colonie transmarine, indicò allo stesso tempo i mali ed i rimedi, che travagliarono e che resero grande la patria nostra.
      Pi&a, 19 Gennaio 1899.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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