Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
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ragione si teme clic questo gran corpo di ladroni non entrasse in Regno dalla Maixa , ove da più mesi tratteuevnsi a danno specialmente de' Maialasti , particolari nemici di F. Moriale . Ragionevolmente agitati gli spirili , e jierchc tali erano gli ordini di Filij>,>o di Taranto fratello del Re , Governatore degli Apruzzi , giunto a Solmona in A pi ile del i353. si mandò gente a gucrnire le frontiere del Regno , si fortificaiono i Luoghi abitati , e vi si ridussero le robe de' Contadi . Teramo , oltre il primo giro di merlate muraglie munite di torrioni , avea un secondo recinto , che riconoscer possiamo da un portone tra la casa del Sig. Medom Urbani, e quella del Sig. Sigismondo Sa vini, finito a devastare non più che nel 1817. Per ultima ritirata eravi la piazza del Mercato , la quale chiudeva» da tre j>orto-ni . Sopra ciascun portone vedovasi al tempo del Muz] 1' arma degli Angioini , intagliata in pietra ( di. 3. ms. ) . Confessando di non sapere 1' epoca della costruzione de' medesimi , opinò egli che fissar si potesse al regno di Carlo II. sol perchè questi prese un pieno possesso di Teramo : ma sembra più verisimile fissarla allo sciaurato tempo , di cui parliamo . Alla stessa causa occasionale ascrivo la migliorazionc delle fortificazioni di Campii , ormai interamente distrutte , eccetto la bellissima Porta orientale a Castclnuovo , sopra la quale stanno tuttora gli stemmi in pietra della Regal Casa di An-giò . A meglio difendere gli Apruzzi, Giovanna e Luigi chiamarono Ridolfo Varano , Signore di Camerino colle sue squadre , e gli diedero il titolo di Viceré .
Tante precauzioni riuscirono inutili per allora , giacché F. Moriale , sgombrando la Marca , prese altre direzioni , finché capitato in Roma , ivi pagò il fio de' suoi enormi ed innumerabili misfatti , decollato d'ordine del famoso Cola di Renzo , ai 19. di Agosto 1354- Non si eslinse perciò la Compagnia degli Scorridori , la quale riconobbe per cajio supremo il Conte Landò , fin qui Comandante in secondo . Congedato costui dalla Lega , che in Lombardia guerreggiava coi Visconti , dopo averla per breve tempo a modo suo servita , voltò verso noi nel i355. Diffidandosi i Cittadini di S. Flaviano resistere ad una truppa cotanto numerosa , agguerrita , c crudele ; si posero in salvo , abbandonando la patria alla discrezione dell' inumano Conte , che per qualche tempo vi si fermò ( Bruncct. lib. 2. p. 3i. Roman. Scov. Freni, t. 1. cnp. 10. ) . Arse in prosieguo il Landò Spoltore , e Pescara , cagionò incalcolabili dumi all' Apruzzo citeriore , ed alla Capitanata : ed accostatosi finalmente a Napoli , ebbe la gloria di venire a patti col Re Luigi , il quale stimò espediente redimere a grosso prezzo gli ulteriori assassinj , saccheggi , ed incondj delle Provincie.
Sì fatte calamità contribuir potevano a rendere meno amara la separazione dal mondo al Vescovo Arcioni. Dovè egli separarsene , o di buona o di mala vogba , ucll' anno anzidetto i355. Al suo cadavere fu data sepoltura nella Cappella , or detta del Sagramento , su cui leggevasi 1' iscrizione ; JJic requiescit Dominus Nicolaus de Urbe, Episcopus Jprulinus , qui cbit anno Domi/li MCCCLV. incisa in marmo , ugualmente che 1' e/ligie di lui . Avea Arcioni fatti intagbare in grande pietra , e murare al lato destro della stessa Cappella dodici versi esametri , che io ini astengo dal trascrivere non solo perchè riportati dal Muzj e dall' Ugjiclli , ma anche perchè nulla ci dicono di più di quel che si è detto . Il primo de' due citali Autori ci fa sapere di vautaggio clic Andrea , fratello del Vescovo , tra-
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