Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
Dal fin qui dello , c dal sapersi clic circa il 1371. Malico di Roberto de Melatino fò fabbricare in Fomarolo la rocca , si arguisce che più famiglie de Melatino fiorissero di quei tempi in Teramo . La più potente coni-
{larisce quella di Roberto , di cui avremo a dir molto fra poco, e cui sèiii->ra che Matteo abbia appartenuto . Nel seguente anno compì Roberto
la ricostruzione di sua caro avanti la piccola Chiesa di S. Luca , e sopra il ]>ortone fece lavorare in figulina da Bartolomeo di Maestro Giocondo il solito slemma dell'albero di melo con frulli , coperto da grosso cimiero coronato. Ma invece di fare adornar questo di piume, volle che si esprimesse un piede umano , dal cui pollice pendesse una catena terminante in ceppi, col mollo : Jo so bracchu rissoso per natura - De offendere ad chi me sdegna se procura . La lapida , finquì creduta inesplicabile, si è conservala in un muro della loggia del Sig. Scipione Mczzucclli. Sulla sommità vi si osservano quattro piccoli scudi in fila con armi diverse , due dei quali sormontati da cappelli con fiocclii pendenti , eli' erano forse gli stemmi di altrettante nobili famiglie imparentate coi de' Melatino . Lo scudo principale del Melo , collocato nella parte bassa , è sostenuto da due genj volanti . L' altero Roberto dunque si gloriava di mostrarsi vendicativo , e di una massima anli-Evangclica non ebbe ritegno fare una specie di pubblica professione, quasi eli' esser dovesse la caratteristica di lui , e de' suoi discendenti . Ah ! era egli bili lontano dal sospettare a quale tristissimo fine lo spirito di vendetta appunto avrebbe menalo se ed i figli ! L' onore , il decoro , ceco gli urbani nomi , coi quali la cieca passione si maschera. Ed esser poteva in realtà più che un mero puntiglio lo strepito , clic i Rappresentanti di Teramo fecero in Napoli , dal perchè il Giustiziere della Provincia , ed il Regio Capitano si avvalevano talvolta di due Trombette , di un Tamburo , e di un suonatore, di cornamusa , stipendiali dalla Città? Ad ogni modo la Regina ordinò nel i3^4- ad entrambi gl'Impiegati eh' evitassero i molivi di ulteriori richiami ( Muz. di. 2. ms. ) .
Se i Teramani , senz' alcun reale vantaggio , senz' aver conseguito lo scojk» , e col danno della pena transatta in denaro , si prestarono agi' interessi ed alle passioni altrui nelle surriferite ostilità contro i Camplesi ; divenuti in seguito più cauti seppero resistere alle premure di Antonio di Acquaviva , il quale d' ordine sovrano studiavasi soccorrere 1' assediato Gomez Albornoz , nipote del rinomato Cardinale Egidio . L' Acquaviva , nel bisogno di maggiori foizc , intendeva obbligare gli uomini di Teramo a concorrere a quell' impresa . Ciò a costoro riusciva tanto più grave , quanto che sarebbe stato mestieri combattere contro gli Ascolani costanti amici della Città nostra, tranne il solo fatto del iaai. Ricorsero perciò alla Regina , ed ai 24. Giugno ottennero 1' esenzione ( Muz. di. 2. ms. Anliu. t.
2. in fin. ) . Come mai questo movimento sopra Ascoli occasionasse un brigantaggio nelle nostre contrade, è dilficile discerncrlo . Certo però è che \i si sviluppasse , sebbene altra memoria non ce ne sia rimasta che un diploma segnato da Giovanni A versano di Salerno , Luogotenente del Protonota-rio , il dì 17. Giugno 1377. É diretto ai Giustizieri di ambedue le provincie. Muzj o non ci s'incontrò, o volle sopprimerlo per mi rispetto agli Acquaviva , a' tempi suoi potentissimi . Vi si dice che Notar Biagio Petrntii , e Notar Biagio Muzj Sindaci di Teramo , avevano esposto come da un anno , poco più i>oco meno , per odj nati fra alcuni Magnati in partibus Apinliniss erano comparsi scolorali e malandrini , sotto i Caporali Matilonno di il/o-
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