Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma

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      facilità , perchè i nostri popoli amavano Ferdinando . Poco mascè che questi felici principi non fossero turbati da Sigismondo Malatcsta , che ai 19. Luglio si mise iu viaggio per 1' Apruzzo , onde sostenervi le parti di Renato : ma udito che il Papa mandava Napoleone Orsini con assai gente nella Marca , se ne tornò in dietro alla difesa del proprio Stalo . Ne in t..l modo soltanto Pio II. giovò all' Aragonese , ma coli' avere invialo Antonio suo nipote , Federigo Conte di Urbino , e lo stesso Orsini con delle truppe in difesa del suo alleato , e coli' aver mosso Giorgio Custriota , detto Scander-hech , potente Signore di Albania , a fare un diversivo a Traili . Non meno costante Francesco Sforza Duca di Milano , fè militar nel Regno , a danno degli Angioini , Alessandro suo fratello . Nel giorno 33. Agosto gli Aquilani , e Pietro Lalle Camponcschi concimiselo , nel campo presso Albi , tregua di un anno col Conte di Urbino , Capitano Generale de' confederati , nella quale fu compreso il Contado di Molitorio , colle terre a questo annes--se . Era ricomparso , è vero , nella nostra Regione il Piccinino , il quale imbarcatosi in Manfredonia sbarcò a S. Flaviano , indi si rivolse ad Ortona, che assediò , e senza impadronii sene tiiò a Moscufo per soccorrere la Rocca di Loreto , investita da Matteo di Capua : ma si pe' militari talenti del di-Capua e di Alessandro , che per la piccolezza delle sue forze , presto si vide obbligalo ad evacuar di nuovo gli Apruzzi . Era il nostro Viceré in quelle emergenze assistilo da Pietro Paolo Aquilano con due compagnie di cavalli , e da Marcantonio Torcila con altre sei compagnie , speditegli da Ferdinando in rinfoi zo .
      A misura che gli affari di Ferdinando prosperavano , dilatavano le speranze degli esuli Spennati , i quali andavano raminghi per le montagne sopra di Teramo . Recatisi alcuni di loro a Chicli , cercarono al Viceré di Capua qualche ajulo di gente per ritorre a Giosia una Città, affezionata alla Dinastia Aragonese . Fu la domanda gradita : che anzi il Viceré si spiegò di voler essere di persona all' impresa , e dispose la mossa da Chieti per la mattina de' 17. Novembre. Impose ai Deputati di scrivere ai loro compagni die raccolto da quelle montagne quel maggior numero di gente spedita , fedele , e ben armata , the avesseio potuto ; calassero per vie non praticate nel medesimo giorno alle pianure di S. Flaviano, punto destinato per l'unione . Vi giunse in effetti il di Capua per la strada Salaria circa un' ora di notte , c congiuntosi col corpo degli Spennati , sorprese la Terra di S. Flaviano, aliena da ogni sospetto, e 1' abbandonò al sacco: quasi che quegl' innocenti cittadini dovessero pa^ar la pena dilla ribellione del loro Feudatario. Senza perdila di tempo , nella stessa notte , marciò alla volta di Teramo , e passato il fosso di Cartecchia fece far alto alla Truppa , la quale venne ad occupare la stiada da quel fòsso a Vezzola . Avanzatosi il Viceré fino al ponte , fece da un fidato Teramano scalare le mura della Città , dalla quali* era fortunatamente assente Giosia , andato colla Duchessa e colla corte a Cellino . Il Teramano diede avviso al Magistrato della venuta del Viceré , e ìiiliiose the fosse aperta la Porta di S. Antonio . Ma il Magistrato , che un certo sentore aveva avuto dell'andata degli esuli a Chieti , volle che il Viceré , prima di entrare , segnasse tre capitoli , che presto presto formati , gli si spedirono , cioè 1. Clic quando la Cittadella venisse in potere di sua Signoria , ovvero de' cittadini , si avesse a diroccare . a. Che si accordasse pieno ifldulto per qualsivoglia debito , commesso nel tempo in cui i 'Pera-


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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
di Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti
1832 pagine 271

   

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