Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
TOsiohare un grosso donativo , chiesto dall' Imperatore pc' bisogni della guerra col Turco , che meditava invadere il resto dell' Ungheria .
» Il Gennajo ed il Febbrajo del i53a. ( segue a dirci Muzj ) allog-» giarono ad un tempo nella Città Ascanio Colonna Generale dell' Infanteria >j Italiana , e Giambattista Savelli Viceré della Provincia , i quali fecero » tanto interesse alla Città , che io non ardisco raccontarlo . Basteravvi solo »> per far giudizio del resto che il Savelli conduceva cinquanta cani tra » bracchi e levrieri , ai quali , stando tutti in una stanza , si dava a uian-» giare dall' Università , continuando il valor del grano otto ducati la salma. » Primo a comparire fu il Segretario del Viceré , clic mezzi di trasporto e guide volle fino a Loreto . Comparve indi a poco il Foriere del Colonna , quale ne vende a significare dovessimo preparare le stantie per la venuta de sua Signoria Illustrissima . Breve dovè essere la dimora di lei , della sua gente e de' suoi cavalli : ma il trattenimento del Savelli, dei Regj Uditori , dei Mastrodatti , di uno Scrivano , del Bargello , e di quanto corteggio accompagnar soleva cotali politiche sanguisughe, durò almeno dai i5. óennajo, giorno in cui già abbiam veduta attivata in Teramo la ltegia Udienza , fino ai 37. Febbrajo , quando il Bargello sbarazzò fin delle tavole e de* chiodi 1' osteria a lui toccata in alloggio . Il fiuto de' cani è verissimo , vedendosi un bollettino di escompulo in favore del conduttore della bottega , sulla loggia della nuova ed imperfetta casa comunale , dove stettero i cani del Sig. Viceré . Affettava costui di farsi tavola a proprie spese 1 ma primieramente molte cose se gli fornivano dal Pubblico , a titolo di dono: secondariamente il Maggiordomo di lui pagava a sua discrezione quanto occorreva gli , ed era poi dell' equità de' Sigg. del Reggimento il liberare un supplimento fino al prezzo vero e corrente , in ristoro de' venditori . la tal uiodo , per tacere altri csentpii , fu renduto indenne Don Pezzo , Priore di S. Spirito , il quale avea dovuto vendere al Maestro di Casa del Vice-rè tre some ed una quarta di grano , adoperato per biada , per manco de quello che comunemente valeva . La paglia pe' cavalli finalmente , e le legna da ardere andavano a carico del Comune . E affliggente lo scorrere i bollettini dell' ultimo di Febbrajo , coi quali si pagarono a Gio. Ascolo Forte diciassette passi ed un terzo di legna ce vendette in credito per supplire al uso della casa deli III. Sig. Viceré , che fu in Teramo questi giorni proximi passati . Quattro passi a Donno Filippo ' della Puca : otto passi e mezzo a Piacentina de Cappelletta : quattro passi e tre quarti a Giovanni di Mastro Angelo : tre passi al venerabile Fra Bartolomeo , Priore di S. Benedetto : due passi a Berardino Cimeca\ un passo a Giulio di Piero : otto passi a Pir Matteo Meschini , etc. Se non vogliamo sup,>or-re che i servitori del Savelli accendessero ed alimentassero fornaci d' inferno; giudichiamo almeno che prò eorum modulo sapevano anch' essi radere il contropelo ai miseri Comuni . Nello stesso calamitoso bimestre fè d' uopo accogliere un Commissario dell' Udienza
ad exammare in la causa cantra Miano , la quale si agitava
per 1' opposizione di quel Castello uel contribuire alle spese commutative di Teramo : e poco dopo un Commissario della Vicarìa , che si trattenne undici giorni con tre cavalli , per 1' oggetto medesimo . Tale litigio rimase momentaneamente sopito da un Laudo pronunciato ai 5. Febbrajo in bancho iuris , nella sala superiore del palazzodella Città , da Giovanni Primiani de Guardia Giudice del Civile , e da
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