Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
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nemico. I sospetti de! Pignatelli sulle intenzioni de* cittadini, le poche forze che aveva ad oppone al torrente , la niuna speranza di soccorso , tranne i pochi che tirava dall' Ambascerìa di Spagna in Roma , agitavano la sua anima . Finalmente colorando i suoi timori col pretesto di gravi alluri , che lo chiamavano all' altra provincia , circa le due ore della notte precedente al 2. Aprile n accompagnato da oltre a quattrocento uomini , fra Spagnuoli , genti a cavallo , e soldati del Pezzola , alla sordina uscì da Aquila , avendo fallo restare di guarnigione al Castello il rimanente delle Forze . Diede sulle prime intelligenza di marciare a Paganica , ma preso poi il cammino di Collcbrincioni , di là per Roligliano , per Rocca delle Vene e Tollea , per vie aspre cioè ed «incora ingombre di neve , passi» sicuro e senza incontri co' nemici , in due giorni a Montorio . Così Antinori.
Riccanali però , cui ormai si jmò prestar fede , jierchò comincia a raccontare i Eatti , de.' quali fu testimonio ( Top. p. 3. pr. Giord. ) ci addila un motivo più nobile della partenza improvvisa del Preside : e la vera direzione, clic cosini tenne , sembra confermarlo . Fi vuol dirci che avanzandosi verso la nostra Regione il Duca di Castcbiuovo e Collepictio ed il Barone di Giugliano , fiancheggiati dal Vitelli , ed essendosi rivoltati iu loro favore quasi luti' i Paesi fra Teramo c il Marc , il Voinano ed il Tronto ; la Città risolse di spedire in Aquila il Sig. Giliberto Muzj a scongiurar Pignatelli perchè venisse a recarle soccorso : commissione clic il Muzj non potè compiere senza cs,>crre se stesso a gravi rischi , c che pur felicemente compì . Dovè Pignatelli trovare espediente agi' interessi della Corona conservare ciò che rimaneva , opporsi ai progressi del Carafa , e cuoprir Civitella , Fortezza che in caso di rovescio , servila gli sarebbe di ricovero . Avvisato in Montorio di essere 1' armala pojiolare giunta in Au i , e di avere precursore di essa il Martello passato il Vomano , ed intimata la resa a Teramo ; Pignatelli sin venne in questa Città , avanti la quale agli 8. Aprile , giorno di Mercoledì santo , comparve Martello con presso a trcccnt' uomini . Pignatelli sortì contro di lui , ed avendo forze superiori , gli fu facile mcllerJo in fuga , ed inseguirlo fino a Canzano. Era per sopraggiugnerlo ed attaccarlo , quando Martello guadagnò quella Terra, che seguiva le parti del popolo , e \i si chiuse. Non era tempo d'invcstirvelo , perchè il Duca ed il Barone erano in marcia alla volta di Teramo , onde l'è battere la ritirala , per seriamente pensare alla difesa della Città . Le disposizioni da lui date furono di presidiare il Convento de' MM. Osservanti , od i casini di Urbani e del Vescovo , di là da 'Vczzola ; di situare un drappello di cavalli del Battaglione , come jiosto avanzalo , sul Pennino, nel luogo chiamato le Forche , al levante della Città : di chiudere e fare rincalzar di terra tulle le forte , ccccllo quelle di S. Giorgio e la Regale . Nel dì seguente de' i). ci ira le ore dodici e mezza , si vide in effetti rinculare il drappello de' cavalli , il clic bastò ad annunziare la comparsa del nemico . Ordinò allora il Preside ai cittadini armati di restar fermi alla custodia delle mura , ed culi ro' soldati andò a schierarsi in ordine di battaglia nel prato coperto di ulivi, fuori Porla Regale , ove rimase tutto quel giorno . Allorché il Carafa giunse a scoprir Teramo dal Pennino , rimase sorpreso alla vista del piò fermo , ioli cui era aspettalo : laonde rallentando un poro il passo , si fermò alla torre degli Urbani ( oggi del Sig. Lelio Pompetti ) per deliberare , ed aspettar lutla la Truppa , molto numerosa iu vero , ma pochissimo discipli-
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