Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
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«ono quelle maligne meteore , che lastiansi dietro per piti anni funestissime tracce . Restarono i Paesi pieni di fazioni e d' inimicizie . In Teramo manie) poto che il Clero , sdegnato dalle gabelle sul macello , e sul macinalo , alle quali volea il Comune sottoporlo , a line di riparare agli straordinarj dispendi sofferti , non islabilisse macello e molino a parte : couie ha il Capitolo generale de' 37. Aprile iG5o. ( Ar. Cap. n. 48» ) • I-c persone più compromesse, o già colpite dalla fnorgiudica , non credeiono di poter meglio provvedere alla loro sicurezza the coli' andarsi ad unire ai lauditi » de' quali ( scrisse Panini toni. 2. p. 4-54- ) s' erano fi»Iti Capi Giulio 33 Pizzola , e 13ailolomco Vitelli, detto comunemente Martello. « Esso sbaglia riguardo al Pczzola , t he mantenendosi fedele , rendè importanti scrvigj al Governo, e conseguì ricompense ed onori. » Saccheggiavano le due Pio-» viiuie di Apruzzo , appoggiali da mi numero spaventoso di Marcheggiani , >3 e molto più dalla comodità del ricovero , che loro somministrava la vii i-» nanza dello Stato del Papa . 11 Preside e Governalo!' ili quelle armi D. » Michele Pignatelli non era su Ilici cu le a reprimere , nè tampoco a resistere » a questo esercito di masnadieri con le Soldatesche c' bavera : e convenne » mandarvi tic compagnie di Cavalli , e cinque di Fanti Spaglinoli , soilo » il comando di D. Cai lo della Gatta . Ma riuscendo sempre disvanlaggioso » alle Milizie ordinate il combattimento co' Ladri iu un paese abbondante di » luoghi inaccessibili e di dirupi ; venuti i Regj alle mani co Fuorusciti , » n' ebbero gli Spaglinoli la peggio presso Civita di Penna , dove penderono » duccnlo di loro. Pure prevalendo alle sccleragini la giustizia , e mollo » più le pratiche , e le diligenze del Viceré , s' hebbero iu mano tre loro >j Capi , due de' quali , che fui0110 D. Pietro Concubiti , bastardo della » Casa de' Marchesi d' Arena e '1 Dotlor Malico Cristiano , perderono la » vita sul palco , e Damiano Tanto , che fu il terzo , fu consegnalo al ca-» pestio. Si fecero poscia demolire dal Viceré le fortificazioni fatte da' Bau-» dili su le montagne , donde si cagionò eh' abbandonati quei nidi , lascia-» 10110 il paese iu riposo . »
A farsi giusta idea dell'audacia di Bartolomeo Vitelli, giova trascrivere itti abbozzo di relazione, da me tiovalo fta le carte del fu Canonico Giovanni Centi di Campii, avvegnaché mancante di data, di firma, e d' indrizzo ; » Il caso passò così puramente . 11 Sabbato G. stante , il Sig. Angelo » de Malhaeis col Sig. Governatore , facendo intendere ai Cittadini , che » c' era sospetto la notte seguente , che li banditi dovessero entrare in que-» sta Città , la sera a' 23. bore ordinarono la chiamata di sessanta huomiui » cittadini per farli armare et unire con li soldati Spaglinoli della compagnia « del Sig. D. Alonzo del Vaglio per poi distribuirli unitamente con gli Uf-» lìcitili di detta compagnia per alcuni posti , clic poteano essere suspclti per » 1' entrata , non essendo questa Città circondata di muri , ma da dirupi , e » questi in parte accessibili, come fu fatlo . CollcKaudovi Spaguuoli , e par->j le di Paesani , e li Cappelletti disposti per hi custodia del Palazzo dov* » erano lu carceri , e con questa diligenza si giudicò la mure/za della Cit-» là . Ma quando su le 5. hore della nolle , che parevano essere due boro 3) avanti 1' alba , si viddero comparire dalle stesse guardie genti in gran 33 numero per più parti di detti dirupi , e scaramucciandosi gagliardamente 33 con quelle, e non potendosi resistere all'impeto, che poi lavano , ruppero » alcuno guardie , e si trasferirono delti banditi 'a levar le altre da' posti , t8
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