Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
malcontenti in provineie minacciate dagl' inimici . ImpcrcioccVe , oltre il so-spetlo ingerito dall' armala navale del Guisa , se ne avea ben anche d' mi' aggressione per terra dal canto di:' Francesi e degli esuli Regnicoli . Fu quindi d'uopo presidiare 'i confini.: e le Milizie provinciali non tornarono ai loro focolari che nel f(ì.»5., quando il tentativo del Guisa era andato in fumo , ed ogni timore era svanito .
Tutto ciò non avvenne senza gravi dispendj delle Comuni . Ecco petchè premurali i Canonici Aprutini a pagare il Quindcruiio alla Camera Apostolica , per ragione della Badia di S. Atto , scrivevano a D. Giovanni Ricca-riali dimorante in Roma che rapprese»lasse a Monsig. Rinaldi Collettor generale 1' attuale loio impotenza » per le tante calamità di queste parti , che » non ponno non parteciparsi anco dagli Ecclesiastici » ( Ar. Cap. n. io. ). La vera calamità però fu la peste, che nel i656. desolò la Capitale e quasi 1' intero Regno . Chi fosse vago di risapere come il contagio dalla Sardegna penetrasse in Napoli, e da Napoli si propagasse nelle provineie; quanta sira-ge facesse : come nella Doiuiuautc comiuciasse a declinare nella vigilia dell' Assunzione della Vergine , ed affatto cessasse nel di sacro all' immacolato di Lei concepimento : e con quanto buon successo si avesse avulo ricorso al glorioso S. Francesco Saverio ; riscontri Panini. Non così presto il malore si cstiose- nelle provineie , cosicché il Castrillo vietò sotto rigorose pene 1' ingresso in Napoli a chiunque vi arrivasse, da luoghi sospetti : (ino a clic essendosi pubblicate libere, dal morbo anche le Cillà di Roma e di Genova , fu nel Novembre del iG58. riaperto il commercio , e tolti furono i rastelli e. le guardie. Non è poco-che il Virerò rimettesse alle Università malmenate dalla peste le contribuzioni dovute a tulio Aprile iG5~]. ed un quarto di quelle , che andavano a maturare dal primo di Maggio del medesimo anno . Che la nostra Regione sentilo avesse il peso del terribile flagello , ce ne assicurano una Memoria «•sisteiile nella matrice di Nereto, così concepita: tempo della peste , anni i(ì5(». e iG5j. e la dichiarazione apposta alla numerazione de' fuochi del Comune di Campii ( Ar. Cam. n. 18. ) : ove si dice che la numerazione venne eseguila nel it>5(j., ma che non si potè trasmettere alla Camera della Sommaria, se non iu fine del it>5S. allorché cessato il contagio , che. durò diti anni , furono riaperti li passi e li Tribunali • Fu senza dubbio 1' inlerrompimenlo del traffico ciò clic ritardò ai Teramani la notizia della morte di F. Giovanni Componetela , Vescovo di Molula : ma ,«rvcnuta appena , vollero nel dì 5. Gennajo iG58. che si celebrassero solenni esequie pel rijKiso dell' anima di sì benemerito concittadino , alle quali intervennero Monsig. Figini-Oddi, il Capitolo, ed il Magistrato Nella suddetta nuova numerazione s' incontra più di un profugo , a causa delle passate rivoluiioni : e per villa Rifari ( al ponente di Campii , presso 1* sorgenti di Fiuiuicello ) si [«ria un solo fuoco , per essere stata desolata et incendiata nel tempo di D. Michele Pignatelli, Preside. Ciò «•¦iena a che si ridussero le demolizioni delle fortificazioni de' banditi ordinale dal Conte di Ognalte, giusta la frase di Parrini sopra riportata ; alla mina cioè de' poveri Villaggi delle montagne . Finalmente vi si vede Durante Mancecchi dimorare tranquillamente in villa Penna , con Domcnicantonio e Francescantonio suoi figli di tenera età
, crescenti alle future banditesche imprese .
Tenue il Conte di Castrillo il Vicereguo fino agli ii. Gennajo i65g.
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