Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma

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      BERARDO PALADINI
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      Tre nostri palrj Storici han fatto un cenno «Iella trasmigrazione della nobile famiglia Paladini da Teramo a Lecce . » Ilo letto ( scrisse Min) di. a 3. rns. ) nelle scritture di due cento c più anni addietro con titolo di >j magnifico Tommaso
      Matteo
      Leonardo
      Gualtieri
      Leonarda
      Fiora
      » Riveria
      ed altri cognominati Palladini : ed in un' altra scrittura simil-» mente antica ho letto 1' nno dopo 1' altro Berardo Palladini e Ruberto » Melatini . Aveau anche diverse le armi
      essendo quella dei Mela tini un x» albero di melo con i frutti *
      e quella dei Paladini due rose in una sharia ra
      che traversa lo scudo etc : gli antichi de' quali partirono di questa » Città l'anno 14 r7 > 0ra " trovano in Lecce
      Città di Terra d'Otrau-»> to
      ricchi
      nobili
      e Baroni di Castelli . E so che Dell' anno i552. uno t* di loro venne in questa Città a riconoscere 1' arma
      che era in ni/a assai » antica cappella fabbricata l'anno 1339. nella parto supcriore del cinii-» terio della Cattedrale
      e per alto pubblico fè fare un testimoniale
      nel >» quale si facea menzione dell' arma e del tcnor delle lettere intagliate in m una pietra di detta cappella
      che se lo portò seco >3 . Brunetti ( lib. 2. p. 308. ) dopo aver notato che la gente Palladina dimorava in Lecce
      soggiunse ; e Teramo enim disecssit anno 14'7- graves quas habebat si-multates cum Melatina familia
      et ne dynastis -parerei . Fra gli uomiui illustri di essa rammentò Jacobum Palladinum Episcopum Spolelanum
      in cujus Ch'itati* monumentis de Teramo appellatimi
      qui obiit circa annum 1416. Ejus haec extant in illa domo Episcopali insignia
      prout varia Te-rami : e qui delincò parimenti una sbarra traversa
      con una rosa [in ciascuna delle due estremità
      dentro la sbarra. Finalmente Tuli) ( p. 5o. ) assicura che in un diploma di Giovanna II. de' Dicembre 1417- si faccia menzione del » Sig. Berardo de' Paladini
      di cui domandandosi alla Regina « da' nostri cittadini il perpetuo esilio da questa Città
      per esser stato
      colo me essi dicono
      uno de' maggiori faziosi e minatori della patria
      la Resi girui sebbene acconsenta all' esilio di certi altri con esso nominati
      pure lo nega per Berardo
      e per i di lui fratelli » . Sembra a prima vista che Muzj e Brunetti sieno smentiti dal documento citato da Tullj
      e dall' allio dei a. Agosto i4s4- da llie riferito nel cap. XLVII. Dir si potrebbe : se i Paladini partirono da Teramo nel :417 » come va clic ai Dicembro
      dello stesso ormo Giovanna II. acconsentir non volle al loro esilio da questa città
      e tale esilio si fosse di poi chiesto a Giosia e da costui decretato nel i4a4? Se ci piaccia richiamare alla mente però i partiti dei Melatinisti ed jintonellisti
      che di quei tempi dilaniavano Teramo
      acquistando e perdendo a vicenda il dominio della città
      scomparirà ogni ombra di contraddizione . I Paladini erano Melatinisti
      ai quali toccava stare in bando
      fino a che col mezzo di Londino o Lordino rientrati a Teramo ai 18. Luglio 141G. sacclteggiarono
      bruciarono e gettarono a terra le case degli Antonel-listi
      e ne imprigionarono gran nutnsro . Ma sul cadere del i417- I*-'r autorità del conte di Carrara vicegerente di Apruzzo
      nmtaron faccia le cose : ed essendo tornato in mano degli Antoncllisti il governo
      chiesero alla Regina 1' esilio dei più temuti Melatinisti . Ella consentì al bando dei figli di Errico de Melalino
      cum fuerint causa principalis exterminii Civitatis
      ma non al bando di Berardo e de' fratelli Paladini . Costoro per altro
      a parer


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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5
di Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti
1835-1836 pagine 244

   

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