Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma

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      in prigione . Essendo eslinlo il ramo cui il tragico avvenimento concerne
      liberamente possiamo applicar questo alla nostra istruzione ; poiché il vero scopo della Storia è 1' esporre la verità
      afline di render saggi gli uomini col supplire al difello dell' esperienza . Ilistoria ( Cicerone avverti 3. de orat. ) lu.x veritatis .... magistra vii ce . La ' disgraziala Lucchini ci olire un esempio di ,>iù che i malrimonj di dispari condizione sogliono tornare sventurati
      e che non convenga giammai fidarsi di chi fu nemico una volta: lo stesso Dio
      il quale esige che perdoniamo ai nemici e li benefichiamo
      ci ha ucll'Ecclesiastico ( cap. a. v. io. 11. et 12. ) ammonito a slare in guardia da essi . Impariamo dal brutale esecutore che bisogna rigettare i suggeritnenli a qualsivoglia azione non onesta
      'ancorché partano da persone di riputati talenti :
      e che di ordinario il Signore
      anche in questa vita
      non lascia impuuilo lo spargimento del sangue innocente . La vergognosa caduta dell' altero consulente nulla ha di strano per chi è uso a riflettere che cosi suola Iddio gasligar la superbia : apprendiamo piuttosto che 1' essere un imprudente più fiale uscito libero da pericoli
      ai quali si fosse temerariamente espostolungi dall'incoraggiarlo a gittarsi dentro ad un nuovo l'ischio
      dovrebbe anzi renderlo più ritenuto e circospetto . Avverti Tacito ( Ann. 1. ) che non si passassero sotto silenzio né virtù
      né vlzj
      ut quo pravis dictis factisqucex posteritatc et infamia metus sit. E T. Livio osservò ( praf. ) inde tibi
      tuceque Raip. quod imitere capias : inde foedum inctvplu
      foe-dum ine cu più
      foedum exitu quod vi ics .
      DOMENICO DE RUBEISDi Toltea. Sentiamo da lui stesso le circostanze di sua vila. Qui* esty disse al duca Giosia III nella dedica del libro
      di cui vado a dare un sunto
      qui majora in me wiquam beneficia conlulerit . qiiam iu
      palerquc item tuus ? Nondum terlium et vigesimum tetatis annum attigeram
      crini is amplissimam
      clarissimamque civitatem Adriani mihi regeudain attribuii . Fxpleto post annum imperio
      suarum me litium his in foris patro-num adscivit
      konore mihi trecentorum centussium
      in singulos annos
      decreto : quem honorem
      eodem patre tuo non multo post vitti funaio
      tu ( nullo
      aut raro quidem exemplo ) conduplicasti . Quid quod assi-duis me cumulas augesque donis
      et nihil est
      quod abs te non ini pel rem exoremque facillime ? Quid quod non modo germani fratres
      veruni et celeri affines mei multìs per te sacerdotiis fruuntur
      iisque opimis
      et cu-rionatu immunibus ? Nella capitale fu tanto ammirata la forza e la nitidezza del parlare e dello scrivere in latino del de Rubeis
      che venne soprannominato il Cicerone degli Apruzzi . A sì falla appellazione ed alla patria di lui in Roseto allude 1' ultimo distico di un epigramma di Giuseppe Destiti : Grcecia vix unum
      vix maxima Roma dal. unum — Unum de Rubeis dant Rosee Aprutiades . Pubblicò non piccolo volume col titolo Fo-rensium Certaminum Specimen. Cui in prima quatuor paraphrasis illigata hexametris accedit . Neapoli 166S. sumptibus Novelli de Bonis . Evvi primieramente il ritratto dell' autore dell' età di anni
      in toga e mantello di avvocato . Vengono in seguilo molli elogj poetici e lapidai j
      fra i quali non tengono 1' ultimo luogo tre epigrammi del Gesuita Tommaso Bruni
      che io credo di Colonnella
      ed uao di Michele de Rubeis germano


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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5
di Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti
1835-1836 pagine 244

   

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