Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
iaGobbietta Melchiorre distese udq Memoria
la quale sebbene non fosse stata coronata
fu stimata però meritevole di essere inserita nella collezione degli scrittori classici Italiani di economìa politica
Milano i8o5. ( voi. 39. parte moderna ) .
I generali cambiamenti del Regno erano accaduti
ed il Delfico non pensava a lasciar S. Marino : ma nominato consigliere di stato con decreto de' 3. Giugno 1806. si risolse a recarsi in Napoli . Avea egli affidato alla stamperia camerale di Forlì il manoscritto di nuova operail cui solo enunciato bastava àd eccitare curiosità ed attenzione : Pensieri su la Storia
e su la incertezza ed inutilità della medesima . L' edizione si condusse a tarmine nel 1806. in 8. ma 1' allontauamento dell' autore fò sì che uscisse assai scorretta dai torchi . Non così la seconda e la terza eseguite in Napoli nel 1808. e nel 1814- Eia naturale che nel ripartimcnto del consiglio per sezioni
in quella dell' interno ei fosse allogato : e dopo averne avuta la presidenza
che a lui rimanesse deferito il portafoglio nelle assenze del ministro . Era consono altresì che nella formazione dell' ordine delle due Sicilie ci losse creato commendatore . Non vi erano però ne cure di carica
nò ouoriliccnze valevoli a ritener Melchiorre dall' applicare e dallo scrivere. Discutendosi nel 1808. le riforme da operarsi nel sistema giudiziarioegli espresse il suo avviso nei Pensieri sopra alcuni articoli relativi all' organizzazione de' tribunali impressi nella stamperia Regale senza data
come usavasi pei pareri
progetti di legge e simili . Ascritto all' Ercolanese accademia di archeologia alla Pontaniana
all' Instilulo d' incoraggimcnlo ed all' Accademia delle scienze ( di cui più fiate venne scelto presidente ) quivi nella riunione de' 17. Febbrajo 1813. lesse le Ricerche sulla sensibilità imitativa
considerata come il principio fisico della sociabilità della Specie
e del civilizzamento de' popoli e delle nazionipubblicalo nel voi. 1. degli atti dell' accademia . Continuava in colai guisa il Delfico a meritare delle morali scienze
allorché in Settembre del medesimo anno 1813. a lui sopravenne disgraziato accidente . Riusciva dal Regio palazzo e ne traversava il cortile
quando di fuga vi entrò una carrozza . Fattosi egli ad iscansarne 1 urto impensato
andò retrogradando ad inciampare in uno dei banchi de' veliti della guardia ed a cadere con esso : caduta che a lui costò la frattura del collo del femore destro
1' indispensabile fastidiosa medela
e la necessità di appoggiarsi indi in poi nel camminare o ad altrui braccio o ad un bastone . Neppur sì disgustoso sinistro ebbe forza d' impedirgli studj e lucu-bi azioni ; e nel seguente anno lesse ncll' accademia delle scienze la prima parte di una memoria Sulla perfettibilità organica
considerata come il principio fisico dell creazione
anch'essa inserita liei citato volume. Quindi il Signorclli nella nuova edizione delle Vicende della coltura delle due Sicilie ( voi. 7. cap. 5. p. 121. } di lui tessè elogio
come di Filosofo zelante del bene pubblico . '•'
L' età di 71. anno faceva ormai al Delfico desiderare un riposo
e lo ebbe nel i8i5. col godimento d' una indennità di soldo e di una pensione
rimanendo tuttavia presidente d' una commissione creata -n riordinare gli nichivj del Regno . Durò impertanto a dimorare in Napoli
nè per le lettere vi dimorò inutilmente j dappoiché in Novembre i8i5. diresse lunga Lettera al eh. Sig. Abate Selvaggi intorno all' opera dello Schlegel sulle rappresentazioni drammatiche : la quale lettera venue pubblicata dal giornale
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