Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma

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      » chitettura delle chiese di Roma un grosso abbaglio dicendo essere di Car-» lo Maratti
      che non si sarà talora neppur sognato di farvelo . Ed altri » espressi senza dubbio ne avrà in altre Chiese
      di cui non avrò avuta no-» tizia . M'è bensì noto che il disegno della pittura dell' altare della Chie-» sa di S. Niccolò a Cesarini
      dove vien rappresentata Maria Vergine con »i Gesù
      S. Giovanni
      S. Giuseppe
      e S. Lisabctta sia suo ; e mi si » dice che altri disegni abbia fatti ad altri suoi discepoli per quadri d' al-» tari in altre Chiese . E come aperta avea pubblica scuola
      e che gli cor-» reva nome d' insegnar con amoree che vi faceva alle volte col modello » per lor benefizio qualche accademia
      non pochi vi concorrevano . Ebbe » però una volta che dir con uno
      perchè non mancano mai presun-» tuosi
      per la positura del modello
      che pretendeva di dargli diversa >j attitudine di quella gli era data da lui . E vedendo questi che ella » era forzata gli disse che non poteva stare
      e che stava meglio nel » modo eli' ei 1' aveva aggiustata Ma piccato altamente lo scolare
      e vo-» lendo sostenere 1' impegno preso
      parlò al Maestro assai risentito
      e senza » il rispetto che gli si dovea . Del che egli per nulla alterato
      quando for-» se ogni altro 1' avrebbe mandato fuori di scuola
      non facendone alcun » conto gli replicò solo che si stupiva d' aver presso di lui così poco con->» cclto . E dubitando d' aver forse torto
      e di .potersi essere ingannato
      >i soggiunse clic prima che si stabilisse la positura voleva sapere dagli » astanti qual delle due fossepiù naturale
      e più propria . Rosi perciò » d' intorno intorno per ricercarne ognuno del parere
      tutti si unirono al >j suo
      e riprovarono 1' altro dello scolujo senza veruna minima discrepanza. >3 Nè mancò chi lo tacciasse ad alta voce di temerai io e petulante
      e che 33 non ammirasse la coutraria modestia e sofferenza. Tanto clic accortosi del »3 mancamento ne commise altro peggiore
      poiché in vece di far le scuse
      » e di confessarlo
      partì borbottando pieno d' ira e di furore
      senza riflet->3 tere che niente più della confessione del fallo
      e del far le scuse all' of->3 feso ne lava e cancella la macchia . Risero tutti
      quando lo viddero in 33 sì fatta guisa partire
      e Giambattista senza punto scomporsi
      più degli » altri . Ed aggiustato il modello a gusto suo prese il matilatojo e la car-33 Iella
      e cominciò ognuno secondo il solito dell' altre sere a disegnare . >3 Ma
      o che lo scolare da se pensasse a ciocché fatto aveva
      o che -gli 33 fosse insinuato da qualche altro
      audò indi a pochi giorni a domandargli 33 perdono
      pregandolo a compatire il trascorso non meno che la tardanza
      >3 e a volerlo ripigliare nella scuola per segno d' avergli perdonalo . Al che 33 Giambattista rispose che essendo partilo da se senza essere stato da alcuno 33 cacciato
      poteva pur tornare
      quando avesse voluto . E che le parole 33 pungenti delle incretiici
      e de' ragazzi non arrivando mai a passar la 33 camicia
      egli non si era dalle sue neppur per ombra sentito toccar la 33 pelle . Spiacevagli bensì lo scandalo
      ed il cattivo esempio
      che poteva 33 aver dato agli altri scolari
      e dubitando di qualche altra raggazzata j;li 33 soggiunse che stesse ben bene in cervello ; perchè servito si sarebbe del >3 precetto evangelico
      6e di bel nuovo vi fosse caduto . E seguitando a 33 parlargli amorevolmente seguitò eziandio a trattario colla primiera genli-33 lezza e cortesìa . Aveva questi una sorella maggior di lui
      non meno >3 onesta che bella
      e non meu bella che destra
      abile e vezzosa ; poiché >3 ricamava a maravigliadisegnava assai bene
      ed intagliava in rame d'un


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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5
di Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti
1835-1836 pagine 244

   

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