Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma
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Pachici
nei quali due luoghi si offre la teraa permanente compruova della Metella
dando all' occhio una zona
in cui le erbe crescono più rigogliose c verdeggianti
da farla nella state distinguere a qualche distanza . ì montanari non hanno sapulo meglio spiegare il fenomeno che coli' immaginare di essere colà transitata in carrozza la Fata ( tra il volgo le Fate sono cnli benefici ) ed appellano quella zona carriera della Fata Sibilla . In realtà è dessa il fondo dell' antica strada
il quale abbandonalo per secoli al riposo ed avendo per secoli accollo materie ingrassanti
ha una forza vegetativa supcriore a quella delle terre laterali . La carriera della Fata Sibilla frattanto ci dimostra che le antiche vie passavano-
ad un di presso
per dove passano le odierne
in linea però meno obliqua . In effetti la zona confon-desi talvolta colla strada presentemente ballula
ma per lo più cammina al sud di questa
in linea più brevesenza essere obbligata a descrivere 1' angolo al nord
che ora descriver si dee per guazzare 1' ingigantito fosso della Solagna . Alle radici della Pacìna scorre altio fossoconcorrente esso pure a tributare acqua al nascente Tronto : ed immediatamente appresso si entra nella macchia de faggi
al cui sbocco s' incontrano successivamente i villaggi Capricchia e Ritrosi
e quindi il fiume Tronto : ove reca piacere 1' imbattersi iu un pilastro
avanzo di vetusto ponte
quarta compruova di Bomana strada . Senza comodo di ponte usciti dall' alveo zeppo di sassi e di ciottoli
giunti siamo alle pianure di Ainatricc ed alla ciltà di queslo nome . Qui abbia termine 1' ideale viaggio
imperciocché aperto e visibile è 1' adito alla vicina Salaria
sia a Torrita
sia più al mezzodì ad altro punto meno da lntrodoco divergente . E poiché 1' intervallo da "lutrodoco a Vallorina può mollo ben valutarsi di 50. miglia Romane ( per la vecchia strada però
non per quella di oggidì ) si ha la consolazione di conchiudere che la distanza da Roma a Vallorina era appunto di 119. miglia .
Quando non avevasi aflàtlo notizia della via Metella
attribuii ( voi. IV. p. 287. ) come ognuno attribuiva
ai Frali del Cavallaro 1' apertura della strada
manifestamente opera dell' uomo
attraverso il bosco Maltese fino alla pianura della montagna Morricana : ed ascrissi a misura di difesa del Re Manfredi ( II. 23. ) la fortificazione del castello del Re Manfrino nella gola fra la montagna di Campii c la montagna di Civitella . Mi è grato adesso rettificar la prima asserzione
e meglio dichiarar la seconda .
I Frati per la strada ( dal convento alla Morricana di lor proprietà ) profittarono della Metella
e molto verisimilmentc ai loro restauri si dee che questa ivi più che altrove siasi conservata . Manfredi
dissi
avrebbe datoII ordine di fortificare il castello
che da Ini ha presa 1'alterata appellazione : ma nel breve tempo entro il quale rimase inrerto della via che terrebbero le forze di Urbano IV. e di Carlo di Angiò
non gli sarebbe stalo possibile ergerlo tutto dalle fondamenta
principiando dal tagliare le calcaree pietre
che per circa la mclà dell' arca ne compongono i massicci muri
e le spugne clic congegnati ancor tengono alcuni pezzi di volte. Anche adesso del vecchio Forte restano grandiosi avanzi : ed in migliore stato esser dovea nel 1263. allorché
designato punto di ritirata e di difesa
il minaccialo Re avrebbe dato ordine di riattarlo ed ampliarlo. Il sig. Ermenegildo la-nuarj di Pascellala
membro della società economica
da me invitato ad esaminare le reliquie del castello del Re Manfrino mi ha riferito esser patente che il fabbricalo appartenga a due epoche ben diverse : che la parte
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