Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma

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      città ben tre anni e mezzo
      nel quale spazio venne dalla Siria con molti cristiani Giovanni monaco di grande santità e dottrina
      che istruì gli abitanti nella lede cattolica . Deinde Carolus Imperator volens dictarn Civi-tatem honoribus sublimare
      vocavit earn Civitatem
      mutato nomine pa~ ganorum Roccabruna? Civitas Penna:
      quasi caput et domina totius Provincia: Penncnsis : quee quidam Provincia sic extitit terminata : ex vertice montium
      qui sunt super eam et Pennini montes nuncupanlur
      usque ad mare ; a meridie usque ad Jlumen Piscarice ; et a septentr'iorie usque ad Jlumcn //umani
      ' quam Provinciam totani esse voluit sub jurisdictione > et dominio Civitatis Pernice
      co quod fuit prima Civitas aclquisita per cumdcm in partibus siprutii ; quam Civitatem donavit Ecclesia: Pirmensi Provincicv Pernice
      et eam prceclaris dotibus prccdotavit . Lo schiccherato-rc
      certamente non molto antico ne di buona fede
      si fa in seguito ad indovinale per quale ragione a Carlo fosse piaciuto mutare in Penne il nomo di Roccabruna: e dice che ciò potè essereo perchè ei 1'avea stabilita caput Provinciie Perirne
      o in grazia di un cavallo velocissimi cursus ( quasi che avesse avute penne in vece di gambe ) di cui erasi servito durante 1' assedio
      ovvero in considerazione del silo
      il quale undique pendei. L' originale di questo ammasso di scempiaggini
      il cui titolo è C/ironica constructionis et destructionls Civitatis Pennce
      ac de ipsius reformationeedita ad futuram memoriarn
      più non esisteva nel itìoò. o circa
      quando il Salconio esemplava a caratteri correnti i diplomi di sua patria : talché fu obbligato ad avvalersi di una copia
      estratta da altra copia prodotta in Roma dal vescovo di Penne nel i585. in occasione di litigio coli' abate di S. Vincenzo al Volturno sulla giurisdizione di Cellino .
      pag. 99. in Gne del cap. XVIII. Il fabbricato stesso di S. Omero indica che
      come paese incastellato
      non sia antico : clic fosse anzi costruito in fretta
      stante la poca solidità delle vecchie case
      le quali facilmente vi cadono . Dal primo mettervi piede però 1' iscrizione ( riportata da Delfico
      insieme con altra esistente nella casa della prcposituraInter. Pret. p. 144- ) ed un pezzo di fregio con metopc
      che nella facciala di S. Tommaso all' occhio presenlansi
      dimostrano di essersi colà trasportati materiali da considerevoli luoghi convicini . E ben i dintorni di S. Omero abbondano di opere antichissime a calcistruzzo . Se ne veggono t. un quarto di miglio al nord
      di qua c di là dalla strada per S. Maria a Vico : ivi pur restano una base di colonna
      ed un torso di statua marmorea mancante di testa
      di braccia e di piedi
      vestita di manto
      che le cade fino alla metà delle gambe: a. un tiro di moschetto al sud di S. Omero
      sulla strada per Mo-sciano : 3. lungo la Ubrata
      sa l'ima e l'altra sponda ed eziandio sull'alveo attuale
      in contrada de' Pietrucci
      ad eguale distanza fra le Torri o S. Maria a Vico : 4- suolo delle Case ulte mezzo miglio all' est di S. Omero
      e desse sono le più notabili . Di una
      munita di sopra-forti del medesimo materiale
      nou si discerjie 1' ingresso
      perchè del tutto rincalzata
      ed in partooppressa dalla casa di Domenico Calocchio. Si ravvisano bensì
      sotto 1' abitazione degli credi di Celestino Cristofari
      lo aperture superiori circolari di una seconda
      per lo quali fanno ora entrar 1' acqua piovana ; ed in tal modo quelli
      eh' cran forse Etruschi sepolcri
      divenuti sono conservo di acqua . Ma comodamente permeabile è la terza
      cui è addossala una casa colonica già do' feudatarj di S. Omero
      oggi di M. Ca-2 S


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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5
di Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti
1835-1836 pagine 244

   

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