Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      4 Parte I - Prolegomeni alla storia del comune teramano.
      « guire l'indipendenza, fu... quello di circondarsi di mura per « difendersi nel ix secolo ed in principio del x dalle rapine degli « Ungari e dei Saraceni » : diritto concesso dai re e dagli imperatori, siccome dimostrano i diplomi pubblicati dal Muratori (i). Allora le citta cominciano ad affidarsi alle proprie forze e quindi a desiderare e ad ottenere la indipendenza mercé i privilegi impetrati dai sovrani.
      5. Cesare Balbo (2) fa provenire il nome di comune al corpo intero della città dalla cresciuta importanza delle corporazioni delle arti maggiori e minori di antichissima romana instituzione e che si chiamarono sovente comuni. In un'altra opera (3) poi egli dice che fin dai tempi di re Liutprando alcune città erano non meno indipendenti che i comuni di quattro secoli dopo e che lo stesso nuovo nome di Pentapoli dato a .cinque città dell'Italia centrale gli « sembra accennare una prima confederazione di esse ». Più innanzi (4) soggiunge che l'Italia, dopo aver perduto sotto i Goti e i Longobardi le antiche forme di governo cittadino accordatole dai Romani, dette fin dal secolo vni il primo esempio di città libere moderne e cosi anteriori di quattro secoli alle altre di Europa. Nella quistione se i consoli (prima magistratura nel secolo xi delle sorgenti repubbliche italiane) derivassero dagli antichi consoli romani, ovvero dai più numerosi consoli o consiglieri delle città italiane soggette agli imperatori greci o piuttosto dagli sca-bini o giudici assessori de' conti longobardi, al Balbo (5) paiono essere stati i medesimi « successori de' capitani o piuttosto i capitani stessi costituiti ».
      6. Il Pagnoncelli (6), confutando l'opinione del Sigonio seguita dal Sismondi, che fa provenire le libertà comunali da una costituzione dell' imperatore Ottone I, stima non mai interrotto il governo municipale in Italia, anche ammessa qualche variazione di forma accaduta sotto i varii dominatori d'Italia; cosicché l'origine di esso si perde nella nebbia dei secoli e rimonta ai prischi popoli d'Italia. Dimostra quindi (7), che nei tempi anteriori ai
      (1) MURATORI, Antichità ital., t. II, pp. 467 e 469.
      (2) BALBO, Storia d'Italia ;otto ai Barbari, lib. I, cap. in. (3; BALBO, Sommario della storia d'Italia, lib. IV, 5 18. (4) BALBO, op. cit, lib. VI, ^ 4.
      (•)) BALBO, op. e loc. cit.
      (6) PAGNONCELLI, Siili'antichissima origine e successione dei governi municipali nelle città italiani!, Bergamo, 1825, voi. 2.
      (7) PAGNONXLLLI, op. cit., voi. I, pp. 150, 134.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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