Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      20. Udiamo ora l'opinione di uno de' più profondi e diligenti ricercatori della storia municipale d'Italia nel medio evo, Carlo Hegel (i). Egli, dopo aver trattato a lungo del diritto municipale romano e della costituzione dei municipii romani (2) ed aver dimostrato, che sotto la dominazione degli Ostrogoti le forme del governo e quella del comune rimasero romane, solo goto essendo 1' esercito (3), sostiene che sotto i Longobardi avvenne la grande trasformazione dei comuni, giacché la stessa costituzione della loro monarchia (ampiamente e coscienziosamente studiata dallo Hegel) escludeva ogni instituto municipale romano; « le « città ebbero duchi e gastaldi per giudici e capi e diventarono « ducati e gastaldati del Regno. I Longobardi non rimasero « estranei alle città, che anzi queste segnarono coi loro territori « i confini, con le loro salde mura le capitali ed i centri dei « distretti giudiziari, e la costituzione comunale langobarda dice ventò municipale ». Cosi l'antica curia, cioè il senato municipale e giudiziario romano cesse il luogo alla corte regia o ducale, comprendendo in se stessa « il publicum, ossia la proprietà « regia e pubblica, e con questa massa di pertinenti semiliberi o « servi, una gran parte della plebe delle antiche città. Nel suo dite ritto, differente da quello dei liberi e in molti punti alterato, « anche il diritto e le instituzioni romane poterono trovar posto, « anzi poterono per suo mezzo passare nel diritto pubblico e nelle « pubbliche instituzioni » (4). Passa egli quindi a considerare gli elementi precipui delle nuove aggregazioni municipali stabilendo come tali « per l'unità esterna -1'isolamento delle città operatosi « col cingerle di mura e la separazione della città coi rispettivi « distretti della contea mediante le ampliate immunità vescovili : « per l'unità interna - la conservazione dei liberi comuni mediante « l'antica costituzione giudiziale e comunale, l'impulso dato al « commercio ed ali' industria, nonché le associazioni di corporazioni « e d'industrie frequentissime nei municipi » (5). E poi, considerando come questi nuovi elementi cagionarono il passaggio dalla giurisdizione dei vescovi e dei conti alla libera costituzione muni-
      (1) HEGEL, Geschicbte dtr Stàdteverfassunv voti Italien seil der Zeil àcr róini-icbttn Herrschufl bis %iim Ausgung des %wólften Jahrhunderls, Leipzig, 1847, 2 Bande in-8. Citeremo la trad. ital. di F. CONTI, Milano, 1861, in-8.
      (2) HEGEL, op. cit., §§ i, 2 e 3'.
      (3) HEGEL, op. cit., pp. 91 e 92.
      (4) HEGEL, op. cit., p. 333.
      (5) HEGEL, op. cit., p. 403.
      VaCap. I - Origine dei comuni italiani e opinioni varie sulla medesima. 11


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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