Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. I -, Orìgine dei comuni italiani e opinioni vane sulla medesima. I Jstessa guisa, in cui si formò nella Roma consolare il popolo, uscito appunto dalla fusione dei patrizii coi plebei. Ciò parlando astrattamente; concretamente poi esso nacque dalle sollevazioni prima dei privilegiati e poscia dei soggetti nel secolo xi; il che per bene intendere è uopo conoscere le classi, nelle quali nel detto tempo si divideva la società. Erano quattro : i? I principe;, cioè i vassalli dipendenti direttamente dal re, tra i quali i vescovi e gli abati, i valvassore! majores e i capitami; 2° I valvassores e i valvassini, cioè i cavalieri soggetti ai capitami ; 3' I cives, viri populares, ossia la borghesia; 4° il vulgus, glibomines servilis conditionis, siccome i servi, gli artieri, gli aldii (i). Il movimento incominciò quando i valvassori e i valvassini, gelosi dei più grandi privilegi dei valvassori maggiori, si collegarono coi cives. Allora questi si trasformarono e le corporazioni di arti divennero compagnie d'armi e i capi delle maestranze duci degli artieri fatti soldati. La lotta terminò con la separazione del popolo dai vassalli maggiori e col trionfo suo tanto sui nemici quanto sugli amici, e dopo che esso si era unito al clero e al vescovo, naturai difensore della plebe. La unità ed individualità della giurisdizione vescovile servì poi di base all'unità giurisdizionale del comune (2). Ecco quindi il com-mune civitatis, nome dato all'associazione delle tre classi sociali (nobili minori, cittadini, plebe), ecco i consuhs de communi, amministratori politici, e i constile! de placitis, amministratori giuridici, e sorgono il consiglio di credenza, il parlamento. Da ultimo il Bertolini (3) stabilisce in generale l'inizio dei comuni in Italia verso la metà del secolo xr, ed il loro compimento nei primi decenni! del xn (4).
26. Dalla varietà delle suesposte sentenze intorno l'origine e la natura del comune italiano è uopo dedurre la grande incertezza dell'argomento : essa proviene dalla mancanza di documenti che dimostrino chiaramente o la persistenza o la interruzione e la nuova instituzione del comune e specialmente dal silenzio delle leggi superstiti longobarde sulle condizioni cittadine di allora. Si è perciò che gli storici, in luogo di narrar fatti, son dovuti entrare nel campo delle congetture ed argomentare da qualche parola di esse leggi, allusiva più o men chiaramente ai diritti e agli usi delle città, e da alcune frasi non meno dubbie d'alcuno storico contem-
(1) BERTOLINI, op. cit, p. 448.
(2) BERTOLINI, op. cit., p. 451.
(3) BERTOLINI, op. cit., p. 452.
(4) BERTOLINI, op. cit., p. 453.
10 Parte I - Prolegomeni alla storia del comune teramano.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (37/635)
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