Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. IV - L'Interamnia Pretuzzia ne' tempi preromani. 45
      io. Una recentissima scoperta, riferita, sebbene con erronea attribuzione, da un periodico locale (i), ci porge l'opportunità di intrattenerci su politiche instituzioni che dovette avere il Pretuzzio avanti il dominio romano. Tra le ruine del castello di Melatinp, che s'innalzava sull'omonimo colle a sei chilometri a nord-ovest da Teramo, si rinvenne un pezzo di travertino a foggia di cono tronco dell'altezza di centimetri 15, del diametro massimo, di 30 e minimo di 20 e del peso di grammi 16,100, cioè poco meno di 50 libbre romane, ed avente nella parte superiore due piccole cavità, tra cui il residuo di un L, con tracce di piombo, che dovevano servire a tenervi fermo l'anello metallico di presa. Ha sul piano superiore la breve epigrafe HERC . NEL ., che dovrebbe leggersi Herculi Neleio, o, come suppone il prof. Barnabei (2), Nelei, cioè, grecamente, crudele. Egli però, che pubblicò più tardi (3) l'epigrafe, dice d'ignorare il senso di NEL., reputandolo forse locale e ricorda l'iscrizione ad Èrcole della mensa ponderaria scoperta nel 1883 a Tivoli nell'arco del tempio di Èrcole Ti-burtino.
      Questo travertino è senza dubbio un campione di peso che, giusta l'uso romano (giacché esso appartiene all'epoca romana), doveva esser deposto sulla mensa ponderarla del maggior tempio della regione dedicato, com' è lecito arguire dall'epigrafe, ad Èrcole. E se la cosa sta così, noi dobbiam credere che cotesto tempio s'innalzasse sul monte di Melatino, che così, oltre la nota rinomanza medioevale, avrebbe ancor quella dell'evo antico e s'intitolasse ad Èrcole Neleo, dio che nel soprannome (o si voglia intendere nel greco significato o in quello di autore della strage nelèa) appar degno della fortissima stirpe sabina, antico sangue dei Pretuzziani. Inoltre questo monte e tal tempio ci richiamano necessariamente, e qui sta il punto utile al compito nostro, al famoso monte Albano (ora Montecave), su cui dai popoli latini si celebravano le feste a Giove Laziale, dette feriae lalinae e si raccoglievano in solenni adunanze i rappresentanti di quei confederati co-
      (1) Rivista abruzzese, fase, di maggio 1893 (p. 234), ove si suppongono erroneamente il travertino base di una statuina e la cavità destinata a tenerla ferma. Più arbitrariamente poi si crede un errore del lapicida 1' M di KEL., posto in luogo di un M, per leggervi il nome di Èrcole Melatino. Questo si chiama davvero precorrere i tempi !
      (2) Loc. cit.
      (3) Notizie degli scavi, fase, di sett. 1893, p. 355.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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