Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. V - II municipio d'Interamnia nell'epoca romana. 49
dei loro beni e trattandole da soggiogate. Quindi con somma probabilità possiamo credere che allora appunto la nostra Interamnia cadesse nella triste condizione di colonia militare (i). Ma checché siasi del tempo, noteremo che parecchie lapidi, una delle quali pubblicata dal Delfico (2) e l'altra da noi qui in fine (doc. i), provano che Interamnia fu colonia romana. Quelle lapidi esistevano ancora nel secolo xv, vivente il Campano, l'erudito vescovo teramano, il quale, ragionando di esse in una lettera descrittiva della sua città episcopale e diretta al cardinale degli Ammanati (3), scrive: « Quorum nonnulla indicant Teramurn martialem fuisse « coloniam, ductam a Tito Tattaieno ». Con siffatta colonizzazione l'Italia perdette le sue varie nazionalità e divenne interamente romana, ricevendo da Roma una nuova popolazione marziale insieme con la lingua, coi costumi e col diritto pubblico e privato (4). In quanto poi al fatto particolare d'Interamnia, essa, con la deduzione della militare colonia, ebbe ancora a patire una grande diminuzione di territorio, essendo aggregata una gran parte di questo alla colonia della vicina Ascoli, la quale anzi, con esempio strano, si estese fino a toccar le mura della nostra città. Ciò dette materia al Delfico di un lungo ed erudito discorso nella sua più volte citata scrittura (5).
3. In quanto però alle qualità di municipio e di colonia, che ebbe la nostra Interamnia negli ultimi tempi della repubblica, dobbiamo qui dire che i moderni studii epigrafici dimostrano che essa ebbe contemporaneamente l'una e l'altra forma, sebbene con assai raro esempio, come osserva il Mommsen, che ciò argomenta dai titoli 5074 e 5075 (6).
'(i) Diciamo così, perché più tardi, a' tempi dell'impero, fu onorifico lo stato di colonia romana. Si noti però che, se non ne' primi tempi, ne' susseguenti la coltura e l'arte romana resero Interamnia bella e prospera, siccome ci mostrano tuttora le rovine dell' anfiteatro, del teatro, delle case private e specialmente gli splendidi musaici. Un saggio bellissimo ed artistico di questi abbiamo noi recentemente date alla luce in una tavola cromolitografica, rappresentante un pavimento, nella nostra Domus privata romana scoverta in Te-ramo. (Teramo, Fabbri, 1895).
(2) G. B. DELFICO, op. cit., p. 21; MOMMSEN, Corp, iuscr. hit., voi. IX, n. 5075.
(3) CAMPAN., Epist., Lipsiae, 1707, lib. I, epist. iv.
(4) Cfr. su ciò i succitati NIEBUHR e GÒTTLING.
(5) G. B. DELFICO, op. cit, pp. 58-64.
(6) MOMMSEN, Corp, insci: lai., « De re municipali parum constai, cura « praesertini inter titulos musei Delfici probabile sit latere non paucos Castronovanos Truehtinosve potius quam Interamnites, praetorea ex n. 5074-5075
« (0_. C .POPPAEEI. O.. F. PATRON. J MVNICIPI . ET . COLONIAI ,, MVNICIBVS . COLO-SAVINJ, // comune teramano. 4
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (71/635)
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