Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. VII - Condizione municipale di Teramo nel periodo barbarico. 05
      che doveva durare cinque anni e non più due, come per lo innanzi (i). Si parla pure dell'ordinanza giustinianea sul Pater civi-tatis, che, giusta i confronti degli storici del romano diritto (2), corrisponde al Curator o Qmnquennalis, di cui sopra. Ma il primo personaggio del municipio era il vescovo: egli dirigeva l'elezione del Defensor e del Pater civitatis, sopravvegliava alla loro amministrazione finanziaria e godeva l'appello sopra i loro giu-dizii (3).
      3. Ma qui sarebbe luogo di parlare delle condizioni municipali nostre, durante questi due periodi storici, il gotico ed il greco fino all'invasione longobarda. Se non che dobbiamo lamentare a questo proposito un'assoluta mancanza di notizie riguardanti quelle condizioni nei detti periodi. Dobbiamo però credere che la nostra città seguisse allora, siccome le sorti politiche, così ancora le municipali del resto d'Italia soggetto ali' invasione gotica e ai primi dominatori greci.
      4. Volgiamoci dunque a considerare il nostro stato cittadino durante il secondo periodo del dominio greco, cioè dopo l'invasione longobarda seguita nello scorcio del secolo vi, con particolare riguardo a quella parte d'Italia rimasta romana e soggetta ali' esarca di Ravenna, eh* era il luogotenente dell' imperatore di Costantinopoli in Italia ed avea anche nome di Patricius romanus. In quella parte appunto trovossi allora la nostra regione aprutina. Ma siccome ciò è rimasto, si può dire, ignoto ai nostri storici, così a noi è mestieri, prima di procedere innanzi, di porre in sodo siffatto punto della nostra storia. Difatti il Delfico (4) uno dei più dotti indagatori di questa, ammise l'invasione longobarda del Pretuzzio fin da principio, cioè intorno al 568, ed il Palma (5), che lo seguì in questa, siccome in altre cose, suppose anzi che quel nostro conte Anio, di cui sopra (cap. vi, § i), fosse non solo longobardo ma anche cattolico, quando ancora quella nazione era ariana. Non badò egli al nome prettamente romano, all'amicizia che legava il conte a san Gregorio Magno, sì avverso a quei barbari, infine al contenuto, a dir così, non meno romano della lettera gregoriana. Ma di ciò più innanzi, ed ora dimostriamo il nostro assunto. Qual primo argomento addurremo appunto la cennata lettera a Passivo vescovo
      (1) IUSTINIAN., Nov. xv.
      (2) Cfr. SAVIGNY, Geschicbte des ròmischen Rechtes, I, § 17. (5) IUSTINIAN., Nov. cxxvin, cap. xvi.
      (4) G. B. DELFICO, Dell'Interamnia Pretura, Napoli 1812, p. 17
      (5) PALMA, St. di Teramo, voi. I, p. 74.
      SAVINI, // comune teramano. 5


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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