Il Comune Teramano di Francesco Savini
66 Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
di Fermo (i) scritta allo spirare del secolo vi e che comincia : « Anio, Comes Castri Aprutiensis, Firmensis territorii ». Queste due ultime parole sono importantissime per provare che allora la nostra città trovavasi nel territorio ossia marchesato di Fermo. Ed ancor qui-' errò, a parer nostro, il Delfico scrivendo (2) : « si dice « ancora Territorii Firmensis, perché quel vescovo (Passivo di Fermo) «esercitava la sua giurisdizione nel territorio Apruziense ». Ma quella frase è tanto chiara per sé ed è si ripetuta, come vedremo qui innanzi, anche in documenti di natura non che ecclesiastica ma ancora civile, che,noi dobbiamo senza dubbio alcuno credere che il Castrimi aprutùtise, già da noi dimostrato (cap. vi, § i) non essere altro che l'odierna Teramo, era a' tempi di san Gregorio nel territorio di Fermo, e che inoltre, quel che più importa, era libero dall'oppressione longobarda, siccome dimostrano e il nome romano del conte Anio, le relazioni amichevoli di questo con san Gregorio, infenso ai Longobardi, e più di tutto le menzioni di leggi e con-suetudini romane che, siccome or ora vedremo, appaiono in quella lettera, e che mai potrebbero supporsi vigenti in ,una terra soggetta a quella invasione. In quanto poi al tempo, in cui questa segui stabilmente nella regione fermana ed aprutina, tranne alcune passeggere incursioni di orde longobarde, a cui alludono certe frasi delle lettere gregoriane (3), dai documenti riferiti dal Troya (.i) si argomenta che essa avvenne nel marchesato (detto talvolta anche ducato) (j) di Fermo tra il 740 ed il j6o.
Anzi di quest'occupazione si può stabilire l'epoca quasi precisa, usufruendo il tratto di Anastasio (6), ove si narra che a Trasmondo II duca di Spoleto, ribelle al re longobardo Liutprando, si arresero intorno al 740, tra gli altri popoli, « Pinnenses et civitas Interamniensium ». Ora tal fatto deve collegarsi con quella generale sollevazione, che, come narrano con Anastasio (7) tutti gli storici, seguì in Italia contro i Greci per l'editto dell' imperatore Leone
(1) S. GREG. MAGNI, Epistolae, lib. XII, epist. XI e IAFFÉ-EWALD, Reg. Pont. Rom., n. 1596.
(2) G. B. DELFICO, op. cit., p. 19.
(j) « Quam longo sit tempore Aprutium pastorali solicitudine destitutum » Ep. XII, lib. XII.
(4) TROVA, Cod. iliplom. longob
(5) Cfr. ANAST , Bibliolb., p. 180, A, ove si legge: « oranes habitatorcs tam « Diicatus Firmani, Auximani et Anconitani a e le nostre citazioni che qui seguono.
(6) ANASTAS., Vita Pop. Zaccariae.
(7) ANASTAS., op. cit.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (88/635)
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