Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. Vili - Condizione municipale di Teramo nel periodo comitale.
      8igià a quel tempo nelle solenni adunanze il comune appare in una forma assai più chiara. Così nella celebre assemblea tenuta a Milano nel 1117 (quando per la prima volta compariscono con certezza i consoli milanesi), giusta narra il cronista Landolfo il giovane (i) : « Le città lombarde e i loro vescovi convennero nel « giorno fissato a Milano nel prato detto Brolio, dove l'arcivescovo « e i consoli fecero erigere due palchi (tbeatra) : sull'uno sedette « l'arcivescovo coi vescovi, abati e prelati delle chiese, sull'altro « i consoli coi periti delle leggi e delle consuetudini e nel mezzo « accorse una immensa moltitudine di chierici e laici, donne e « vergini aspettanti il seppellimento dei vizii e la risurrezione della « virtù » e la pace generale, che in quella solenne riunione dopo le lunghe civili lotte fu conchiusa. Ora noi non avevamo consoli allora e niun altro segno di vero comune; si è per ciò che nell'analizzato placito il conte presiedeva l'adunanza e gli « homines aprutini », che a parer nostro rappresentavano la nostra città, vi tenevano il posto di giudici dopo tutti gli altri. In quanto poi cotesti nostri buoni uomini e i giudici possansi paragonare ai consoli dei liberi comuni italiani, ciò vedremo più innanzi in luogo più adatto.
      Passiamo adesso ai semplici presenti, cioè al « conventus popularis, militaris et clericalis », ove per ordine ascendente di dignità si nominano : il popolo libero, i militari, ossia il grosso delle milizie ed il clero minore. Da ultimo in questo placito appaiono, quantunque indirettamente, le classi lavoratrici libere e non libere del popolo, cioè i villani semplici che, essendo i servi della gleba, ven-devansi e compravansi insieme con le terre da loro coltivate e i villani partitore! che partecipavano cioè alle rendite.
      Preziosa per la storia economica nostra è questa ultima frase e ne rilevò già l'importanza, qui fra noi, il professor S. Scipioni (2) in una sua conferenza, citando il Villari (3), come quella che ci manifesta iniziato allora nella nostra regione il contratto agrario, il quale dai moderni economisti è dichiarato uno dei mezzi più efficaci intesi a liberare la società attuale dal pericolo sociale di un conflitto di classi, da cui essa sembra minacciata. È notevole altresì questa menzione, giacché mostra che non nella sola To-
      (1) LANDULPH, Cliron., cap. XLIV, ap. MURATORI, Rer. it. ^, .p'... § 5, p. 500 e PERTZ, Afe». Germ. hist. §§ I. XX.
      (2) SCIPIONI, // Comune teramano nel medio evo, Teramo, Fabbri, 1891, p. 29.
      (3) VILLARI, Le origini del Comune di Firenze, Milano, Treves, 1891.
      SAVINI, // comune teramano. o


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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