Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. IX - Condizione municipale di Teramo nel periodo vescovile. 87
      scrittore ^on l'esempio di Cremona, ove il vescovo fin dal secolo ix resisteva alle continue invasioni cittadine del suo potere, finché alla fine dell' xi i Cremonesi non ottennero una certa legale libertà dalla celebre contessa Matilde (i). La giurisdizione criminale pervenne nelle mani dei consoli del comune per la cessione vescovile del bando di sangue esercitato d&lYadvocatus, cessione che segui anche tra noi nel 1207, siccome si vedrà a suo luogo (cap. X, § io). Che la città fosse erede del vescovo mostrano pure la generale denominazione di episcopatus attribuita al territorio di essa e l'essere stato il vescovile palazzo sede delle adunanze del consiglio e delle riunioni giudiziarie dei consoli. Così a Parma il pieno consiglio nel 1182, i consoli di giustizia a Ferrara e a Genova nel 1190 (2), e cosi pure a Teramo, sebbene assai più tardi (sendochè noi più tardi entramm.0 nella vita libera), nel 1357, cioè (3), quando il parlamento generale del comune trovasi adunato nell'episcopio. Ma lo svolgimento storico della potenza dei vescovi dalle prime immunità ecclesiastiche al vero dominio loro sulle città e all'emancipazione di queste, per via di concessioni vescovili, è tema felicemente, sebbene con spirito protestantico e germanico, trattato e col sussidio degli ultimi studii dal dottor Massimiliano Handloike (4). Egli, dopo aver discorso nella prima delle tre parti, onde va divisa l'opera, dello svolgimento delle immunità vescovili, ignote sotto i Longobardi, derivate dai Franchi e cresciute poi fino alla signoria del territorio diocesano, si da rendere il vescovo un missus regio permanente con l'appello dalle sentenze del conte e fornito del bannum sanguinis, parla nella seconda parte dell'esercizio della potestà vescovile per mezzo degli ufKziali eh' ei divide, come abbiamo visto or ora, in tre serie. Dappoi esamina nella terza ed ultima parte quale influenza avesse avuta la signoria assoluta del vescovo sulla sua civitas sul sorgere della libertà comunale. Stabilisce egli che gli arimanni, cioè gli uomini liberi ed indipendenti, abitanti
      « erhob und sich eigene Obrigkeiten vorsetzte, wesentliche Verhànderungen. « Wo der Bischoff durch kònigliche Verleihung der Grafengerìchtbarkeit und « aller Regalien Hérr der Stadt war, wurde dieses loch, wie sanft es frùher « geschienen, • on der mùndig gewordenen Gemeinde nach und nach abgeschùttelt ».
      (1) BETHMANN-HOLLWEG, op. cit., p. 156.
      (2) BETHMANN-HOLLWEG, op. cit., p. 162,
      (3) PALMA, op. cit., voi. II, p. 5J.
      (4) HANDLOIKE, Die lombardiscben Stadie unter der Herrscbaft der Bischófe und die Entstehung der Commumn, Berlin, Weber, 1883. L'opinione di costui abbiamo riferito più sopra, cap. i, § 23, parlando dell'origine dei comuni.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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