Il Comune Teramano di Francesco Savini
9° Parte III - II comune teramano nell'évo medio.
feudali dei vescovi, sibbene quella del dominio loro su di Teramo e particolarmente in quanto essa si attiene .al passaggio di detto dominio dalle mani prelatizie a quelle popolari. Considereremo quindi quei documenti che valgano a farci conoscere lo svolgimento dell'ecclesiastica signoria e specialmente il piegarsi di questa verso la sempre crescente influenza dei cittadini. Nell'epoca ora detta, cioè nei secoli X e xi, la prevalenza senza dubbio era dei conti ; eppure anche allora, come ci provano due placiti del 989 e del 990 citati dal Gattola (i), il vescovo aprutino, ch'era uh Pietro I, sedeva immediatamente dopo il conte e il regio .messo e prima dei giudici. Nel primo difatti « resedebat in placito Acto comes et « Guilielmo Comes Missum domini Ugonis dux et marchio, et « Petrus S. Sedis Apruciensis Episcopus » e in quello del 990 « resedebat domnus Acto gloriosus et inclitus Comes, sirniliterque « cum Acto Comes, et nepote suo, et resedebat cuna eis Petrus « S. Sedis Apruciensis Ecclesie Episcopus; una cum Aldo, et Lupo, « et Rozzo iudicibus ». E grande perciò appare la considerazione in che erano fin d'allora i nostri vescovi, e tanto grande che, allorquando essi venivano al possesso di un sufFeudo, tosto questo era elevato al grado maggiore, acciò eglino non rimanessero al di sotto dei conti. Così un atto del conte Attone del 1116, pubblicato dal nostro cartolario per 1' Ughelli (2), rende da sé indipendente un feudo passato al dominio vescovile per vendita fatta da un suffeudatario del detto conte: e siffatto passaggio debbe poi ritenersi usuale, giacché in una convenzione del 1114, estratta dallo stesso cartolario per l'Antinori (3), si prevede il caso in cui il servizio dovuto al conte di un feudo donato al vescovo Uberto passi a costui per concessione appunto del conte. Tutto ciò mostra senza dubbio l'alta importanza della vescovile dignità, ma accenna pure, se non prova, alla potenza secolare dell'aprutino prelato e deve servire quindi come indizio del dominio suo sulla città. Quest' ultima conseguenza tanto più ci deve apparire probabile, quanto più il 1116 è prossimo al 1153, anno in cui la signoria vescovile di Teramo per la prima volta risulta dai documenti, siccome vedremo più innanzi al § 7.
5. A vie meglio conoscere la importanza dei diritti temporali
(1) GATTOLA, Hist. Cassiti., pp. 123 e 140.
(2) UGHELLI, Italia sacra, in Aprutin.
(3) ANTINORI, Mss. nella biblioteca provine, di Aquila, voi. L, Pescavi di Teramo, ad an. 1114.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (112/635)
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