Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. IX. - Condizione municipale di Teramo nel periodo vescovile. 9 '
      dei nostri vescovi, molto gioverà il fermarci qui un momento sugli ufficiali della chiesa aprutina, il che ci fornirà un' idea più precisa della qualità di quei diritti. Quali si fossero i principali ufficiali vescovili in Italia e quanto valessero le loro incombenze abbiamo veduto nel § 2 : qui diremo delle memorie che avanzano dei nostri. Ne abbiamo notizia pel cartolario della cattedrale fin dal secolo ix, epoca, che essendo appunto quella degli inizii dei privilegi! vescovili nelle più cospicue città d Italia, ci fa pensare come all'antichità cosi ancora ali' importanza della nostra diocesi in quei remoti tempi. Ci appare il primo tra essi ufficiali, Yadvocatus, in un placito dell' 897 pubblicato daH'Ughelli (i), ove il vescovo aprutino Giovanni siede « cura Alberto Advocato de ipso « Episcopio ». In un altro placito del 976, riferito dalla Cronica casauriensc (2), compare Adelpeno di Pertone advocalus del vescovo Pietro I; in un altro del 1057, pubblicato dal Palma (3), si nomina l'avvocato del vescovo Pietro III, siccome in quello del 1065, pure presso il Palma (4), un Conone di Gisone è l'avvocato dello stesso vescovo. Finalmente nel notevole placito del 1108, di sopra (cap. Vili, § 7) largamente da noi analizzato, si scorge un Guidone avvocato della chiesa aprutina. Ma non solo l'avvocato ebbero i nostri vescovi sibbene anche il vicedominus, il quale, come sopra abbiamo veduto, era l'amministratore dei beni ecclesiastici e come tale appariva anche nei giudizii. Difatti in un cambio del-1*891, riferito dall'Antinori (5), tra il vescovo Giovanni e il conte aprutino Alberto compaiono, dalla parte del primo, Pietro arcidiacono e vicedominus e tre buoni uomini, i quali poi attestano essere di maggior valore ciò che riceve il vescovo: dalla parte del conte, interviene Perto scabino. Notisi qui di passaggio che questi buoni uomini non sono i magistrati cittadini dei quali ci siamo intrattenuti più sopra (cap. Vili, § 6), ma invece periti estimatori, siccome ivi appare dall'incarico loro affidato e dall'esempio che qui segue immediatamente. E quest'esempio è una permuta del 1050 fatta dal vescovo Sicherio (6), ove appaiono mandati da questo « i soliti uomini (sono le parole dell' Antinori che traduce più che « compendia) a riconoscere il vantaggio della chiesa e furono
      (i) UGHELLI, //. sacr., in Aprutin.
      (i) Chron. casaur., p. 851, ap. MURATORI, Rer. ital. script.
      (3) PALMA, op. cit., voi. I, p. 124.
      (4) PALMA, op. cit., voi. I, p. 125.
      (5) ANTINORI, Afe. cit., ad an. 891.
      (6) ANTINORI, ad an. 1050.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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