Il Comune Teramano di Francesco Savini
9' Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
sicuri quei privilegi} che segnarono l'origine ed il principio del libero comune teramano.
7. Quel che abbiamo sinora narrato nei precedenti paragrafi riguarda le immunità ecclesiastiche degli aprutini vescovi, i loro ufficiali temporali, i varii feudi e le relazioni eh' essi ebbero coi conti regionarii: ma il nostro compito principale si riferisce al dominio vescovile su di Teramo, come quello che ha stretto legame con la storia del nostro comune e quindi dobbiamo ricercarne nei superstiti documenti le prime orme e tener poi dietro allo svolgimento di esso dominio. La certezza di questo noi non abbiamo prima della metà del secolo xu, come vedremo più avanti: frattanto se è vero che nell' Italia centrale, ove eravamo collocati, la grande potenza dei marchesati si mantenne, siccome dicemmo al § 4°, fino al secolo xn, è non meno vero che dai tempi più remoti dei privilegii vescovili, dal secolo ix cioè, noi abbiamo notizia, per mezzo del più volte citato cartolario, di quegli ufficiali della chiesa, di cui ci siamo intrattenuti nell' antecedente § 5°, e che più danno argomento della potenza secolare dei vescovi, per quanto essi si vogliano riferire, più che al dominio, alla immunità loro. Quest'ultima infine, come si sa, dette origine a quella potenza. Non vogliamo però tacere che cotesti ufficiali si possono attribuire al dominio temporale sì, ma degli ordinarii feudi fuori della città, nella quale comandò sì a lungo il conte. Checché siasi di ciò dobbiamo pertanto considerarlo siccome un notevole indizio, o almeno quale prima origine della signoria cittadina dei nostri vescovi, siccome altro argomento di questa si scorgerà mercé un breve studio comparativo de' fatti della nostra diocesi con quelli di altre d' Italia esposti da noi nei primi paragrafi del presente capitolo, il quale ci mostrerà lo svolgimento della potenza dei nostri vescovi procedere di pari passo con quello degli altri prelati italiani. Da tanto noi trarremo che la detta signoria dovette di fatto precedere almeno di qualche tempo la certa notizia di essa da noi più innanzi riferita. Ma non mancano altri indizii e non meno notevoli degli esposti: difatti il sedere i vescovi immediatamente dopo i conti ne'placiti, l'importanza dei loro ufficiali, il possesso feudale dei vescovi libero sempre da soggezione comitale o fatto libero appena un feudo passasse nel patrimonio della chiesa aprutina, il gran numero de' possedimenti loro e il continuo aumento di questi per le tante donazioni del cartolario fatteci note dah' Antinori, il conferir feudi con l'esigenza del vassallaggio e infine alcune vaghe allusioni al loro dominio cittadino che troveremo in un documento
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (118/635)
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