Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. IX - Condizione municipale di Teramo nel periodo vescovile. IOIdalle ruine, volendo che essa, « depopulata et destructa », sia restaurata e riabitata, condona, « salvo tainen iusto servitio », a tutti gli uomini di Teramo « de Interamna », ogni ingiusto servizio, cioè le opere tutte reali e personali dovute dal vassallo al suo signore, concedendo tale libertà, acciò ognuno sia assicurato nella persona e nei beni « atque concedo talem libertatem, ut nullus « ibi (in Teramo) sit captus mala captione (cioè senza giudizio « preventivo), nec exheredatus sed liber... et salvus cum omnibus rebus suis ibidem permaneat ». In caso poi alcuno dei cittadini manchi, ne giudichino i buoni uomini vescovili « boni « hornines nostri », dei quali abbiamo detto al § j. La stessa libertà, pur col fine di ripopolare Teramo, e quasi con le medesime parole, concede ai Teramani il vescovo Dionisio mercé l'editto del settembre del 1173, esistente nel suddetto archivio (i) e pur dato da noi qui in fine (docum. iv). Solo v' è aggiunta una clausola riguardante la concessione ai Teramani di non dovere né essi né i baroni rendere alcun servizio, oltre il costituito e dovuto, con l'obbligo però di sovvenire co' loro beni il vescovo, quando andrà alla corte di Roma o a quella del re. Da questi atti si scorge chiaro quali si fossero le relazioni tra il vescovo e i Teramani: vi apparisce in fatti prima che la chiesa aprutina, ossia il vescovo co' suoi canonici, era signore di Teramo coi pieni diritti feudali de* servizii reali e personali e dipendente solo dal re, ed in secondo luogo che le concessioni riguardavano bensì la semplice libertà personale e dei beni assicurata da arbitrii, ma non quella civile, o che si voglia dire municipale, giacché vi si diceva sempre salvo il giusto servizio dovuto alla chiesa aprutina, quel servizio appunto che prestavasi ai baroni. La libertà cittadina maturò un po' più tardi, cioè nel 1207, quando essa fu concessa dal vescovo Sasso con un altro importantissimo editto, il quale, siccome riguarda il periodo seguente del libero comune, sarà appunto nel capitolo, che di questo tratta, esaminato.
io. Arrivati a questo punto sorge spontanea la domanda: Durante questo periodo vescovile spirò egli qualche soffio di vita municipale, o fu essa in tutto assorbita dal potere prelatizio? E nel primo caso, in qual modo quella vita si manifestò ? È mestieri certo rispondere a siffatte quistioni, giacché esse riguardano la nostra storia comunale, che è propriamente il compito nostro, e rispondono al titolo del presente capitolo, che dee trattare dello
(i) Arch. cit., loc. cit.
| |
Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
|
Pagina (123/635)
|
Teramo Teramo Interamna Teramo Teramo Teramani Dionisio Teramani Roma Teramani Teramo Sasso Arch
|