Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      IOO Parte III - II comune teramano nell'evo medio.
      quella politica, ottenendo nel 1207 l'elezione del podestà e dei giudici. Di tal mancanza diremo appresso (§ 6) le ragioni, ma intanto dobbiamo qui fermarci a considerare i nostri giudici e buoni uomini, e, non avendo noi avuto consoli, vedere se e quanto avessero avuto essi di autorità cittadina e come possano in certo qual modo riguardarsi tenenti luogo dei consoli, considerando particolarmente que' iudices civitatis, che per avventura compaiono nelle nostre cane. E per iscoprir ciò è mestieri in prima conoscere un po' l'instituto italiano del console, il che faremo con la scorta dello Hegel e di altri che quello hanno intimamente studiato. Il periodo dunque del consolato è importante perché, scrive egli (r), «può « considerarsi come il principio della libertà municipale italiana, « periodo nel quale alla indipendenza a poco a poco acquistata si « aggiunse la chiara conoscenza e la decisa volontà di libero reggiti mento, nel quale questa si diede chiaramente a conoscere, valendosi del significante nome di consoli che imprimeva irresistibile « impulso a sempre maggiori progressi, e pel quale le città si eressero a separate e singole repubbliche nel mezzo dell' universale «repubblica dell'impero (respublica imperii) ». In quanto poi al-l'origine del consolatolo Hegel (2); dall' instituzione per 1* imperator Corrado di un tribunale pei feudatarii e di un altro pei vassalli, trae che quei giudici fossero capi di questi diversi ceti e quindi fossero appunto i consoli, « poiché, dice egli, l'antico instituto dei giudici « fu surrogato dai capi dei singoli ordini sociali, appunto come alla « dominazione municipale, ossia all'antico regime dei conti fu sostici tuita l'autorità consolare formata dal consenso di tutti questi capi « dei singoli ordini ». Si noti intanto che alcuni, siccome il Leo (3), fanno derivare i consoli dagli scabini, il che nega il Bethmann-Hollweg, dimostrando che gli scabini continuarono sotto il nome di collegia iudicum et advocatorum. Egli crede che, quando le città andaron libere dagli ufficiali reali e vescovili, i loro assessori (iudices civitatis et sacri palatii) si mutarono in una corporazione di giureconsulti e di amministratori, i quali trattavano non solo cose legali, ma prendevano anche parte agli affari cittadini, e stima perciò i consoli nuova instituzione nata con la libertà delle città (4). Questa
      (1) HEGEL, op. cit., p. 454.
      (2) HEGEL, op. cit., p. 457.
      (3) LEO, Die Entwiklung der Verfassung der lombardiscbin Statate, Bonn, 1826-29 in-8, p. 174 e segg.
      (4) BETHMANN-HOLLWEG, op. cit., pagg. 148, 149. « Als die Staedte von « der Gewalt der koeniglichen und bischoefflichen Beamten frei wurden, ver-


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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