Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. X - Suo svolgimento e suoi atti nel periodo di libertà (1207-1292). Ilipotere esercitarono prima il conte e poi, fino al termine del secolo xii, il vescovo. Passiamo quindi a considerare i consoli sotto il secondo aspetto, cioè nelle loro facoltà giudiziarie e specialmente al loro comparire nella storia. Così a Milano i primi consoli nel 1117(1), mentre son mediatori di alleanze con gli altri comuni lombardi, seggono assessori al tribunale vescovile (2): Ora, se i consoli ebbero con la podestà municipale cotesti diritti giuridici e se godevano allora: da tempo : la bassa giurisdizione, lo Hand-loike non si meraviglia (3) che i giudici rivestissero l'ufficio di consoli, siccome l'ora detto esempio di Milano e parecchi altri da lui addotti dimostrano. Talvolta, anzi, a capo del governo municipale si trovavano coi consoli anche i giudici, il che fa credere allo Hegel (4), che pel corso naturale delle cose i precedenti curatori conservassero una certa ingerenza nel governo del comune del pari che nei giudizii. Tal'altra volta poi scorgiamo i giudici soggetti ai consoli, siccome a Milano, ove nel 1190 si ha un index communitatis fornito di giurisdizione sulle ingiurie e sulle percosse (5). Toglie perciò lo Handloike ogni fondamento alla derivazione dei consoli dai collegii dei giudici o degli scabini, riconoscendo giusta la sentenza del Bethmann-Hollweg, che « un nuovo svolgimento « abbia trovato una nuova forma », e affermando che essi sorsero dal seno dei già esistenti comuni, così divenendo un fatto compiuto la indipendenza di questi (6). Ma checché siasi della derivazione dei consoli, e anche ritenendo che essi furono un nuovo instituto, certo si è che i medesimi ebbero l'ufficio dei giudici e quindi a noi sarà lecito paragonare i nostri giudici e buoni uomini sotto quest'aspetto giuridico ai consoli. Ciò basta al compito nostro, né
      (1) LANDULPHI JUN., Chron. mediai., cap. XLIV ap. MURATORI, R. I. S. V, 500.
      (2) GIULINI, Mem. speli, alla Si. di Milano, 'voi. V, p. 545, Milano, 1760.
      (3) HANDLOIKE, op, cit., p. 120.
      (4) HEGEL, op. cit, p. 493.
      (5) Ciò narra il cronista milanese GALVANO FIAMMA (ap. MURATORI, Rer.ital. script., XIII, e. 657): « Sub consulibus erat unus officiata dictusjudex « communitatis. Ejus jurisdictio erat super iniurias et damna et percussiones « absque sanguine ».
      (6) HANDLOIKE, op. cit., p. 120: « Zur Ableitung der Consuln aus den « Richter-oder Schoeffenkollegien bietet das keinen Grund, sondern és gilt die « Bemerkung Bethmann-Hollwegs, ' dass hier eine neue Entwiklung auch eine « neue Gestalt gefunden hat '. Die Consuln gingen hervor aus der Mine der (f schon bestehenden buergerlichen Gemeinde und mit der Einfuehrung dieser « Institution war die Selbststaendigkeit derselben auch nach aussen eine voltendete Thatsache »,


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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