Il Comune Teramano di Francesco Savini
114 Parte IH - II comune teramano nell'evo medio.
stri documenti, esaminiamo ora il placito del 1065 riferito nel testo dal Palma (i), ove (sebbene non appaia il giudice aprutino) il giudice chietino, un vero index civitatis nel pieno esercizio del suo potere, ci da una chiara idea chi si fosse uno di questi tra noi. Vi comparisce pure il giudice di Sinigaglia ; ma di Teramo (ivi de Aprutio) e di Ascoli ivi si fanno innanzi solo i boni bomines insieme agli altri residente; nel placito. Tutti poi (compresi i buoni uomini), dopo avere i giudici giudicato, ìaudaverunt, ossia approvarono la sentenza di possesso a favore del vescovo aprutino Pietro, che vi comparve litigante. Quindi il giudice, che l'ebbe pronunziata, raccogliendo intorno a sé tutti gli astanti, emise il bando regio con l'intimare a chiunque si opponesse alla sentenza il pagamento di una multa, di cui una metà a vantaggio del regio fisco e l'altra a benefizio del vincitore. Dunque in questi • placiti i giudici esercitavano l'ufficio a loro proprio, .cioè di sentenziare e talvolta anche quello di notaio, siccome l'altro placito del lojóy riferito dall'U-ghelli (2), ci prova, e dove quello stesso Adamo di Chieti, che aveva sentenziato ed emesso il regio bando, rogò poi l'atto. Anche fra noi abbiamo simili esempii ; difatti i succitati placiti del 1058 e del 1065 furono rogati in Aprutio, ossia in Teramo, da un « lohannes iudex et notarius ». Ci duole però di non poter asserire che costui fosse un iudex civitatis, giacché il suo nome e i suoi titoli non sono seguiti da aprutinus o de Aprutio, al pari del suddetto Adamo, che è chiamato iudex Tbeatensis. In quanto poi ai giudici Ccrvone e Guidone, che ci sono apparsi nel placito del 1108 (cap. vili, § 7), dobbiamo notare che essi, sebbene ivi sedenti col conte aprutino, non diconsi però de Aprutio, e quindi non possonsi con sicurezza reputare, e tanto più che son due, giudici civitatis. Non rimangono quindi pel nostro esame che i suddetti giudici de Aprutio innominati e giudicanti nel placito del 1058, e quel Lan-drico iudex aprutinus, che rogò l'atto del 1114 e che ci si mostra ivi nel solo ufficio di notaio. Essi non pertanto ci sembrano bastare all'uopo e possiamo perciò ritenere che anche noi avemmo i indices civitatis, i quali, sebbene non comparenti nelle nostre carte con qualche ufficio comunale, ma solo con quello di giudici e di notai, pure, pel titolo de Aprutio che li fregia e che allora era il
(1) PALMA, op. cit., voi. I, p. 125.
(2) UGHELLI, Italia sacra, in Afrutin. Ciò che qui diciamo della forma de' giudizii dì allora, conferma la dottrina del SOHM e del SALEILLF.S da noi accennata in nota al $ 3 del cap. vai.
| |
Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
|
Pagina (136/635)
|
Palma Sinigaglia Teramo Aprutio Ascoli Pietro U-ghelli Adamo Chieti Aprutio Teramo Aprutio Adamo Tbeatensis Ccrvone Guidone Aprutio Aprutio Lan-drico Aprutio Italia Afrutin
|