Il Comune Teramano di Francesco Savini
120 Parte III - II comune teramano nell'evo medio.
Piceno, di cui sino a pochi anni innanzi (1140) eravamo parte, si rende sempre più perspicua. Cosi, mentre quelle regioni progredivano sempre più nelle vie della libertà e del benessere cittadino e dal podestà, ultimo simbolo dell' autorità imperiale, passavano alla suprema magistratura politica e civile del doge e del gonfaloniere, restando al podestà le mere attribuzioni giudiziarie e inoltre esercitate in nome del comune, noi invece scendevamo a pareggiare nella triste fortuna le altre città del regno, trapassando dal podestà, per la parte giuridica civile, al modesto giudice cittadino e, per quella di giurisdizione criminale e di governo, al regio capitano, detto più tardi anche governatore, siccome diremo al proprio luogo (cap. xn).
io. Ma rientriamo nella cerchia della nostra storia propriamente comunale e volgiamoci lieti a quel periodo della medesima che fu il migliore, e che trascorse dopo che la nostra città ottenne la grande magistratura del podestà, elevandosi per tal modo a quello stato, in cui fiorivano le più prospere della penisola. Del-1' epoca precisa e del modo onde conseguimmo questo suprem benefizio civile, esiste in copia il preziosissimo documento presse il Palma (i) e, a tempo di questo, serbavasene ancora l'originale nel nostro archivio comunitativo, donde ora, non si sa come, è sventuratamente sparito. Esso è 1' edittò del vescovo di Teramo, Sassone, dato a Teramo nel febbraio (senza indicazione di giorno) dell'anno 1207, pubblicato prima dall'Ughelli (2) e poscia, in forma più esatta, dal Palma (3), e che noi riprodurremo da quest'ultimo in fine tra i documenti (doc. v). Questo insigne monumento della teramana storia segna il punto di partenza sicuro e preciso di un nuovo periodo della medesima e del più glorioso, giacché fu quello della libertà. Fu somma ventura per noi, nella perdita di tante preziose carte, che l'Ughelli ed il Palma ci avessero serbata questa preziosissima: altrimenti lo storico, arrivato a questo punto, e imbattendosi nei grandi nomi di podestà e di statuti, si troverebbe non poco imbarazzato a dar ragione del come e del quando di questi nuovi instituti e dovrebbe starsi pago a qualche vaga ipotesi. Passando dunque ad esaminare quest'atto, diremo in prima che esso deve considerarsi come la base storica su cui sorse il nostro nuovo comune e la legge fondamentale onde si svolse la
(1) PALMA, op. cit., voi. II, p. io.
(2) UCHELLI, Italia sacra, in Aprutia
(3) PALMA, op. e loc. cit.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (142/635)
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