Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. X -Suo svolgimento e suoi atti nel periodo di libertà (1207-1292). 14*
e dei fossati per esser essi troppo lontani da Teramo e perché riguardavansi già soverchiamente gravati dalla costruzione che do-vean fare delle nuove loro case. Questo prezioso documento fu rogato da Paolo d'Angelo di Teramo « auctoritate ecclesie aprutine eiusdem terre (Terami) notarius » nel palazzo del vescovo aprutino, ch'era allora Ruggiero, alla presenza di cospicui testimoni, tra' quali noteremo Leopardo di Osimo (i) giudice di Teramo e notar Accorimbono pur da Osimo, che forse era il notaio dello stesso giudice, giusta l'uso allora vigente, per cui i podestà e i giudici menavan seco da' loro paesi i notai. Poco stante, cioè ai 2 giugno dello stesso anno, fu stretto un altro patto coi signori di Morricone, che serbossi fino ai tempi del Palma nell'archivio co-munitativo. Muzii ne riporta il principio (2), l'Antinori ne da un ampio sunto (3) ed il Palma (4) si contenta di accennarlo. Noi, deplorando la perdita della pergamena, ci varremo del secondo autore, per dare una sufficiente notizia della medesima. Con questa dunque il nobil uomo lacopo, figlio del defunto Berardo di Morricone, dòpo la morte del fratello Manfredi, cui succedeva ab intestato, alla presenza del vescovo Ruggiero e de' canonici « ratificò « ed accettò la locazione dì varii stabili da quelli a lui fatta, e confermò in mano di Venuto di maestro Niccolo da Teramo sindico « dell' università le donazioni e concessioni da lui fatte a quella « di tutt' i suoi beni e diritti consistenti nei castelli, castellarne, « dernanii e vassalli di Morricone^ di Tezzano, di Rocca Totonesca, di Podiolo, di Giovannello (loannella), di Frontino e da « Teramo in sopra verso le parti montane generalmente dovunque « fossero nei luoghi e pertinenze di quelli. Rilasciò l'azione che « aveva di esigere dalP università il promesso dal' tempo della prima « dazione a lui, a Manfredo suo fratello, e a Tancredi suo zio, « cioè una casa spaziosa in città, il molino de' Massoneschi, un vigneto di cento salme, un foragginile di quattro tomoli e un orto
(1) Questi, come ci avvertiva l'erudito march. Raffaeli! da Fermo, appartenne all'antica famiglia de' Leopardi di Osimo, diversa dai Leopardi di Recanati e più illustre, come mostrano le storie esimane del MARTORELLI e del FALLEONI. Alla prima appartennero - soggiunge il Raffaeli! - un Bonvillano, giudice di Cingoli nel 1236 e un Pierdornenico, podestà di Fabriano nel 1474.
(2) MUZII, op. e loc. cit.
(3) ANTINORI, Afa. cit. ad nn. 1287, ove si cita l'atto in questa forma: e Instr. r. N. Leonard. de Castellon. auctor. Eccl. Aprut. not. Teram. in Cur. « Palai. Episc. 1287, 2 lun. die Lun. Domin. Carol. junior. A. 3. In eod. Arch. « Civit. n. 7, misit Delficus ».
(4) PALMA, op. cit., voi. II, p. 40.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (163/635)
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