Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. X - Suo svolgimento e suoi atti nel periodo di libertà (1207-1292). ^47
      « ziali ; che l'abate sia in Terarno trattato onorificamente e se gli « prometta qualche abitazione ; che restino illese le possessioni, i « censi, i servigi, e tutt'altro del monistero, le cui fabbriche e « persone sieno protette, e difese dai cittadini, a spese di quei vassalii; che essi vassalli passati in Teramo non siano costretti a « contribuire in persone, o in denari alla custodia de' fortilizi della «città; che le colte generali e sussidi siano tassate, ed esatte da « essi, e prodotte in summa intera in mano del depositario della « città, e da quello pagate in comune. E che le case le quali fabbricassero, con licenza, ed elezione del consiglio e del regimento «di Teramo, si descrivessero nel catasto di essa città».
      17. Dato cosi finalmente termine alle lunghe, forse troppo lunghe, relazioni di questi, per altro, importanti documenti, che in due precedenti paragrafi abbiamo diviso in due serie, quella dei patti di mera cittadinanza e l'altra dei patti di cittadinanza insieme e di unione, è ora.qui luogo d'instituirne un esame ragionato. Di che otterremo notizie utilissime in generale sullo svolgimento dei diritti e della vita comunale durante il secolo xm e (per questo sol fatto nel xiv) sulle varie forme, che col correr del tempo assumevano quelle convenzioni. Per ottenere poi l'ordine e la chiarezza necessarie, distingueremo cotesto esame logicamente, secondo cioè risulterà dall'ordine delle varie materie contenute in simili atti, e ne avremo cosi le seguenti parti: politica, feudale, giuridica, organica, amministrativa ed economica. Ciò valga per tutt'i patti e anche per quello di Montorio del 1327 in quanto al lato che esso h;i comune con gli altri, mentre in quanto all'altro che riguarda l'unione di detto paese a Teramo e diversifica l'atto da' suoi compagni, sarà opportuno farne all'ultimo una breve analisi speciale. Per migliore intelligenza poi delle cose, porremo qui in parentesi gli anni, a cui gli esaminati documenti si riferiscono.
      E cominciando dalla parte politica, diremo che questa è assai notevole negli atti del secolo xm, che risponde all'epoca più prospera per la nostra libertà municipale : vi campeggia difatti il diritto di guerra e di pace, che nei nostri tempi, anche presso i liberi governi, è riservato al principe. Cosi il barone co' suoi vassalli, sceso ad abitar Teramo, pattuiva di far pace e guerra col popolo e col vescovo, siccome questi promettevano lo stesso verso loro in caso di guerra (1211); promessa per altro che non sempre si ripete (1252). Più tardisi determinano i nemici da combattersi, che sono 'appunto quelli di Santa Chiesa, del re, del vescovo e della città (1287, 15 gennaio).


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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