Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. X - Suo svolgimento e suoi atti nel periodo di libertà (1207-1292). I JIcompilato il catasto (1372); ne' tempi poi, ne' quali esso era già compito, vi si doveva descrivere le case costruite dai nuovi abitanti (1381). Questi obbligavansi pure a contribuire al miglioramento materiale della città (1287, 15 gennaio); ma talvolta limitavano la partecipazione alla costruzione degli edifizii teramani alle persone, escludendosi quella pecuniaria (1327); e tal'altra, quando cioè si trattasse della custodia dei fortilizii, pattuivasi l'esenzione dall'uno e dall'altro contributo (1381). In tempi più antichi invece stabilivasi per dieci anni il privilegio di non cooperare alla costruzione delle mura della città (1287, i j gennaio). Notiamo frattanto che in tutti questi atti non si parla di compensi in danaro a prò' dei baroni che venivano ad abitar Teramo, tranne una volta, quando i signori di Morricone rinunziarono ai loro castelli (già distrutti dai Teramani) e ai proprii diritti, mercé lo sborso di quaranta libbre (1287, 2 giugno).
      Così terminata la divisione organica dei patti di cittadinanza seguiti in Teramo nei secoli xm e xiv, accenneremo ora, come sopra abbiamo promesso, a quella parte di uno di essi, l'atto di Molitorio del 1327, che apparisce dissimile dagli altri. L'essenza di tale diversità sta in ciò, che, mentre que' documenti riguardano semplicemente la suggezione dei baroni in un coi loro vassalli e degli abitanti dei piccoli villaggi al comune di Teramo e l'obbligo loro di abitar la città, invece il patto di Molitorio, pur contenendo la generale sottomissione al governo cittadino, è per altro verso un quasi atto di unione. I caratteri principali di questa poi appaiono nel!' intervento dei Montoriesi al parlamento teramano, nell'elezione del giudice di Montorio per un eguai numero di abitanti dell'uno e l'altro luogo, nel mantenimento de' privilegi! de' primi e nella partecipazione loro a quelli goduti da' Teramani, e infine nell'equa spartizione de' tributi. Non vi si trova poi affatto l'obbligo, comune a tutti gli altri atti, di venire ad abitare in Teramo, e notevole è altresì il contribuire che fanno i Montoriesi insieme coi Teramani al proprio riscatto dalla feudale servitù, ciò che chiaramente mostra il vantaggio che proveniva ai primi dall'aggregazione alla nostra città. È dunque questo singolare documento un atto di aggregazione, più che di assoggettamento a Teramo, e meno ancora, quasi diremmo, di cittadinanza, giacché ciascuno rimaneva a casa sua.
      Ma per conchiudere una buona volta, diremo che dall'analisi logica di tutti questi documenti si ha una sufficiente idea della vita comunale teramana in quei secoli xui e xiv (questo.considerato qui per eccezione e solo dal lato di que' patti) e dello svolgimento


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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