Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      15 2 Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
      dei diritti cittadini, progressivo per tutto il primo secolo, e regressivo durante il secondo; fatto che risponde alle condizioni storielle nostre di allora dirimpetto alla costituzione del regno di Napoli. Di vero, mentre noi nel secolo xm, godendo una libertà quasi analoga a quella della vicina Marca, a cui poc'anzi ci avea rapito la per noi infausta conquista normanna, avevamo il podestà, il diritto di far guerra e pace e di conchiuder leghe, invece nel successivo xiv, i nostri vantaggi limitavansi alle incombenze più propriamente cittadine della giurisdizione civile, della distribuzione dei pesi e dei privilegii tra i Teramani e i nuovi venuti e andate dicendo. Così notevolissimo negli atti del secolo xm, che si direbbero compiti da un quasi libero comune dell' Italia media, è il progressivo aumento dell'indipendenza dell'autorità comunale dalla supremazia vescovile. Difatti mentre nel patto del 1211, quando cioè ancor viveva il vescovo Sassone, che tentava forse di salvar quanto poteva degli antichi diritti prelatizii, appaiono contraenti per la città prima il vescovo col suo capitolo e poi il popolo, in quello del 1251 invece contraente per Teramo comparisce solo il comune, restando al vescovo il foro, a cui si assoggettavano i nuovi abitanti e il quale però trovasi posto innanzi a quello della città. Nell'atto del 1255 poi i nuovi venuti promettono obbedienza al podestà, senza che vi si parli del vescovo ed un altro progresso notasi nel patto del 15 gennaio 1287, ove il foro della chiesa aprutina è nominato dopo quello del comune. Così questo rendevasi sempre più schivo della episcopale tutela; e finalmente quando trattavasi di grandi paesi come Montorio, i patti riguardavano piuttosto l'aggregazione a Teramo e il comune godimento dei reciproci diritti e vantaggi, salva naturalmente la supremazia teramana. Insemina in tutti i riferiti documenti scorgiamo le diverse appartenenze e i civili progressi della vita pubblica a Teramo durante il secolo xm (e nel xiv per la parte dei patti di cittadinanza) sotto i varii aspetti politico, feudale, giuridico, organico, amministrativo ed economico, i quali noi qui ci siamo studiati di logicamente ordinare in parti corrispondenti. 18. Passiamo ora, seguendo il nostro costume, inspiratosi ai tanti pùnti di contatto fra la nostra storia municipale e quella del-l'Italia centrale, ad instituire un cotal paragone tra questi patti teramani di cittadinanza e qualche altro di essa parte d'Italia, il che gioverà a mostrar sempre più la suddetta storica analogia. Citiamo dunque l'esempio di un comune di second'ordine, com'era quello di Rimini: è un patto di cittadinanza fra questa città e i celebri Malatesta dei 18 marzo del 1216 riferito per intero dal To-


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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