Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. X - Suo svolgimento e suoi atti nel periodo di libertà (1207-1293). IJ7
sotto il dominio de' signori di Morricone. Un ordine di re Carlo, dato da Roma ai 20 settembre 1273, riferitoci dal Minieri-Riccio (i), ci prova tal fatto. « Tancredi di Morricone, riporta questo storico, « e Gentile di Longanime (2) ricorrono a re Carlo, dicendo che « dopo la sconfitta di Corradìno, essi furono a suo servizio per « combattere i proditori, ed allora molti uomini della città di Teramo temerariamente si portarono contro il castello di Morricone, « proprietà dei supplicanti, ed armata mano l'occuparono, distruggendo tutto, ed adeguando al suolo il castello e le abitazioni di tutti « gli abitanti di quella terra, loro vassalli, che poi costrinsero paste sare ad abitare in Teramo: e re Carlo ordina al giustiziere di « Abruzzo d'inquirere e fare .rivalere di ogni danno i supplicanti « da' rei col riedificare il castello e le case e far ritornare i vassalii a riabitare quella terra». Non si può credere poi che i Teramani ciò avessero operato per favorire la parte avversa all'Angioino, giacché dalla provvisione di questo, che si limita solo ad ordinare la rifazione de' danni ai Morriconesi, e non allude in niun modo al tradimento de' nostri antenati, si dee trarre che questi profittarono dell'assenza de' signori del castello per farne lor prò pel gran fine di ripopolare la città, e senza che si brigassero del caduto partito svevo. E tanto è ciò vero, che, allorquando nel 1286, tredici anni dopo cioè, i. nostri baroni si sollevarono contro Carlo II di Àngiò togliendo a pretesto la perdita de' vassalli rapiti loro dai Teramani, questi ebbero a patirne l'assedio, siccome narrammo al proprio luogo (§ 14), Anzi tal ricordo ci giova anche qui al proposito di rilevare i danni conseguenti a Teramo dal soverchio zelo di attrarre fra le sue mura sempre nuovi abitanti; giacché, come qui si- scorge, esso valse allora a farle piombare addòsso persino una guerra di baroni collegati. Se non che la costanza dei Teramani e tal loro zelo, del resto assai poco discreto, per l'incremento della patria, erano quasi sempre coronati dal felice successo, e così difatti seguì nella faccenda rnorriconese, avendo noi già veduto (§ 15) lacopo di Morricone, nipote del suddetto Tancredi, rinunziare nel 1287 alla città la rifazione dei danni e persino il possesso del suo castello. Meglio ancora operò il figlio di Tancredi (certamente
(1) MiKiERl-Riccio, 11 regno di Carlo à'Angiò nel 1275 (Firenze, 1875), ove sì cita dell'arch. di Stato di Napoli il Reg. Ang. 1272, B, n. 14, fol. 175.
(2) Corrige : Leognano, come provano i nostri documenti coevi, e specialmente, il testamento del nobile Giacomo di Morricone del 1267 (arch. di S. Gio. n. }) che lascia erede la sorella signora Filippa* moglie di Gentile di Leognano.
| |
Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
|
Pagina (179/635)
|
Morricone Carlo Roma Minieri-Riccio Morricone Gentile Longanime Carlo Corradìno Teramo Morricone Teramo Carlo Teramani Angioino Morriconesi Carlo II Teramani Teramo Teramani Morricone Tancredi Tancredi MiKiERl-Riccio Carlo Angiò Firenze Stato Napoli Reg Corrige Leognano Giacomo Morricone S. Gio Filippa Gentile Leognano Tancredi Abruzzo Gio
|