Il Comune Teramano di Francesco Savini
IJO Parte III - II comune teramano nell'evo medio.
quello del 1273), di nome Francesco di Morricone, nel 1294, quando pattuì coi cittadini teramani e consentì di lasciar distrutti gli abbattuti castelli, come ci prova un atto di questo anno riferito dal-l'Antinori (i). F. utile dar conto del medesimo, giacché esso ci mostra che i Teramani avean danno non solo dai baroni, ma anche dai costoro vassalli divenuti recentemente cittadini. Ivi dunque, dopo essersi narrato che Tancredi di Morricone già erasi sottoposto co' vassalli e con le terre al foro di Teramo, si dice che per parte prima di lui, già morto, e poi del figlio Francesco e dei loro fa-migliari, erano seguite varie ingiurie e molestie contro del pubblico, ossia comune e dei privati, a cagione del possesso di alcuni fondi e case, e che per altra parte i cittadini e il loro giudice, Giovanni de' Cavedani di Fermo, aveano molto danneggiato il castello mor-riconese di Rocca Tutonesca da lor tenuto in custodia (2). Si venne perciò con quell'atto a transazione tra i Teramani e il Di Morricone, rimettendosi scambievolmente i danni; tra le condizioni è ivi da notarsi quella, per cui quel signore, ratificando il fatto di suo padre, obbligavasi a tener distrutti come si trovavaao i proprii castelli; il che mostra la volontà dei cittadini di ripopolar Teramo ed insieme lo scopo di quelle devastazioni intese a rendere impossibile il ritorno di que' paesani alle loro patrie.
Oltre queste lotte interne ed esterne coi baroni e coi loro vassalli, altre molestie aveano ancor da subire i Teramani dal grande zelo che adoperavano per l'accrescimento della patria, dovendosi talvolta frapporre nei dissidii tra signori e vassalli a difesa di questi ultimi, che, per amore di libertà, eransi ridotti in città senza aver prima aggiustate le loro partite co' padroni, pagando ai medesimi i dovuti servigi feudali. Difatti troviamo nell'Antinori un istrumento dei 24 aprile del 1380(3), già esistente nell'archivio comunitativo, con cui la nostra città venne a transazione coi varii signori del castello di Melatine, pagando loro una certa somma in compenso dei servigi trasandati dagli abitanti di detto castello, eh' erano scesi ad abitar Teramo, prima che questa lo avesse acquistato. L'atto fu stipulato, nota l'Antinori, « nella loggia nuova della città, ove
(1) ANTIKORI, ÌAtm. mss. cit., art. Teramo, ad an. 1294.
(2) Intorno al Cavedani dobbiamo manifestare un colai dubbio sull'esattezza della notizia, giacché il march. Raffaeli! ci assicura essere del tutto nuovo cotesto nome nella storia di Fermo, non apparendo né nelle Tavoli sinotticbe delia storia fermana del PORTI, né nelle numerose schede dei fratelli De Mi-nicis sulle cose fermane. <
(}) ANTINORI, op. cit., ad an. 1380.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (180/635)
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