Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      162 Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
      efficace resistenza poi opposta dai Teramani a que' regii sforzi mostra sempre più la tendenza e la capacità loro a vivere della libera vita del comune italiano di quell'epoca, giacché diremo che se la forma di quelle unioni non si mantenne tale quale essi la volevano, restarono però sempre ferme fino ad oggi le aggregazioni dei paesi a Teramo, ed anzi poco appresso ottennero anche il regio assenso, siccome abbiamo veduto (§ 16) esser seguito di Montorio nel 1327. Ciò prova altresì quanta debolezza affliggesse allora la podestà dello Stato e quanto disgregate si trovassero le membra dal corpo; conseguenza dello spirito d'individualismo e di sminuzzamento, che prevaleva nel medio évo. E qui chiuderemo, che n' è davvero il tempo, la non breve trattazione de' fatti teramani di cittadinanza con le parole del Muratori (i); il quale, dopo aver narrato di simili patti seguiti in Modena ed in altre città d'Italia, in cui esse promettevano protezione e difesa agli abitanti de' vicini villaggi e questi in compenso il domicilio nelle medesime e la contribuzione alle tasse cittadine, soggiunge : « Ecco ciò che significava il prendere la cittadinanza in que' tempi, restando in essere la comunità di que' luoghi ». E tanto valga, aggiungeremo noi, a dimostrare sempre più l'analogia del nostro comune nell' epoca sua più libera e più prospera con quelli della media Italia.
      21. Finora abbiamo esaminato i patti di cittadinanza che il nostro comune stringeva nel secolo xm co' prossimi paesi, ma siccome in que' tempi agitati non sempre seguivano avvenimenti tranquilli e spesso succedevano invece gare e lotte sanguinose, così ci è mestieri qui tener discorso delle guerre e delle paci, che intercedevano con le terre vicine. Abbiamo veduto più indietro (§ 13) la guerra sostenuta contro Ascoli nel 1251. Abbiamo pur letto (§ 14) Tentino patire nel 1286 gravi iatture per la levata di scudi de' nostri baroni contro la casa d'Angiò e a prò di quella d'Aragona, ma non abbiamo ivi fiuto cenno come F università di Campii si associasse a que' feudatarii per correre ai danni di Teramo. Ora la causa di tale unione ci viene rivelata dalla sentenza del capitano generale di Abruzzo, Pietro Brayda, data ai 5 giugno del 1286, e riferita dal Palma (2). Egli, multando i Teramani di 200 once, « appoggiò, scrive quello storico, la condanna a sei ragioni: i' perche gli uomini di Teramo fin dal mese di gennaio di quell'anno « 1286 erano andati a Melatine, che aveano preso gli uomini di
      (1) MURATORI, Antich. Hai., disseti. 47.
      (2) PALMA, St. di Teramo, voi. II, p. 38.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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