Il Comune Teramano di Francesco Savini
1°4 Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
Ma questa, soggiungeremo noi stessi, può apparire ipotesi troppo-arrischiata, giacché nessuna traccia del governo teramano del nobile francese troviamo nel documento angioino del 1273, mentre in quello del 1357 chiaramente appaiono e la natura del conflitto e il capitanato del Gallo. In ogni modo dal séguito del contenuto di questa carta sappiamo che il crudele e vendicativo signore di Manoppello serbasse per quelle risse in petto tanto odio contro i nostri concittadini, che un giorno, sorpreso un certo mercatante teramano, che per ragione del suo commercio passava per l'isola di San Clemente (alla Pescara), lo fece da alcuni suoi famigliari spogliare della mula e delle merci e, dopo averlo sottoposto ai tormenti e perfino strappatigli gli occhi, lo avea tenuto lungamente in carcere. In seguito di ciò, l'università di Teramo ricorse alla giustizia del re Carlo I d'Angiò, e questi, con l'atto che stiamo esaminando, ingiunge al giustiziere dell' Abruzzo ulteriore d'inqui-rere diligentemente su tale accusa per riferirne poi alla regia corte» e intanto imponga al de Plexiano che mai più per l'avvenire (« de cetero ») arrechi molestia od offesa agli uomini di Terarno.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (186/635)
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