Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      166 Parte III - II comune teramano nell'evo medio.
      accennando qui solo alla probabilità che ve ne doveano essere anche nel secolo xnr. Il mercato poi, da tempo immemorabile anche allora, è seguito sempre nel sabato, il che ci ricorda quei mercati sabatini frequenti nelle terre d'Italia e di cui parla il Muratori (i). La prova di tal fatto sta in quel rescritto di Federico II, dato da Fano ai 18 aprile del 1235, riferito dal Muzii (2) e da noi riportato in fine fra i documenti (n. vii), col quale si conferma, malgrado le recenti costituzioni imperiali che vi si opponevano, il sabatino mercato teramano del sale, del ferro e di altre cose venali, « sicut antiquitus consuevit». Eseguì pòi cotale imperiale decreto, con sentenza de' 17 dicembre di quello stesso anno, il contestabile Ettore di Montefuscolo, giustiziere di Abruzzo, dopo avere esaminato varii testimonii asserenti di avere, sessant'anni innanzi quell'anno, assistito a quel mercato tenuto avanti la cattedrale e ove spacciavansi grano, animali, frutta, legumi ed altre cose venali « grossas et minutas », col concorso di varie genti anche da Ascoli e da Spoleto. Probabilmente non vi doveano tra quelle merci mancare le materie, che alimentavano la maggiore industria teramana del medio evo, l'arte cioè della lana esistente tra noi fin dai tempi romani e ricordata nel « Collegium Centonariorum » di una lapide ora confitta nel cortile del civico palazzo. Per le monete poi e per le misure dell'epoca, tra le prime correvano senza dubbio le once d'oro dei re angioini e le libbre o lire d'oro di cui si ha memoria fin dal 1065 in un documento citato dal Palma (3); e in quanto alle misure agrarie sappiamo che adoperavasi il moggio, mentovato fra noi in un atto del 1032 che altrove pubblicammo (4).
      2. Ed ora passiamo a dire delle condizioni demografiche del nostro comune in questo tempo. Certo in quanto al numero della popolazione non puossi prestar fede al Muzii, che nei secoli xm e xiv la fa salire al bel novero di 7000 capi di famiglia che è quanto dire circa 35,000 anime: dimostrammo in altro scritto (5) l'inverosimiglianza di tal calcolo, e qui ci basti, per conoscere il vero stato del popol nostro in quel secolo xnr, addurre una sentenza del giustiziere d'Abruzzo, Guglielmo di Hauberviller, dei 6 feb-
      (1) MURATORI, Antlcb. ital., dissert. 35.
      (2) Muzii, St. lìl Teramo, dial. 2°.
      (3) PALMA, op. eie, voi. I, p. 125.
      (4) Fu. SA VINI, Rugalo del Mon. ili S. Già. a. Scordone, Terarao, 1884, doc. u.
      (5) FR. SAVINI, Studio sugli stai, le.ra.rn. del 1440, Firenze, 1889, pp. 171-173.
      1. (D O AlV.v vi -A, C


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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