Il Comune Teramano di Francesco Savini
I oO Parte HI - II comune teramano nell' évo medio.
CAPITOLO XIII.
Suoi atti nel periodo semi-libero (1292-1388).
SOMMARIO: i. Passaggio dallo stato di libertà a quello di semi-libertà. — 2. Abolizione della scelta comunale del governatore e instituzione del regio capitano. — 3. Riduzione della piena facoltà giuridica del comune alla sola civile. — 4. Ostacoli regii all'elezione del giudice cittadino fuori regno e sforzi de' Teramani per mantenerla e reggersi a libero comune. — 5. Acquisti di nuovi paesi. — 6. Relazioni di diritto e di fatto del comune col regio capitano. — 7. Relazioni col governo centrale in tempi di guerra e di fazioni regie. — 8. Parte guelfa seguita dal comune e conseguenti lotte coi prossimi baroni ghibellini. — 9. Relazioni di pace e di guerra coi vicini comuni. — io. Relazioni straordinarie coi paesi soggetti.— li. Relazioni commerciali con le città regnicole ed estere.
i. Posto termine al racconto de' fatti e dell'organismo del comune teramano durante il suo più bel periodo, entriamo ora a narrare del successivo, che, rispetto all'antecedente, dovremo nomare periodo semi-libero, come quello che, mentre segna la perdita del massimo privilegio di un libero comune (di eleggersi, cioè, il proprio capo nel podestà) e il soggettamento al regio potere nel capitano impostogli dal re Carlo II d'Angiò al chiudersi del secolo xin, pur nota nel tempo stesso l'esercizio di facoltà di un quasi libero comune, tra le quali quella di proporre al re la nomina di un capitano fuori del regno, siccome avvenne nel 1384 per Ludovico da lesi (i). Ora dunque il punto di transizione o, come oggi si dice, il momento storico, che divide l'un periodo dall'altro, deve, a parer nostro, stimarsi l'instituzione del regio capitano o governatore, sendochè veramente libero poteva chiamarsi il nostro comune, quando eleggevasi il proprio capo con le piene incombenze di governo, e di giurisdizione civile e criminale (salvo l'appello al tribunale del vescovo) e senzachè alcun regio ufficiale rappresentasse tra le mura teramane il potere centrale, fuor del giustiziere della vasta provincia di Abruzzo (che fino al 1273 comprendeva i tre attuali Abruzzi), il quale da lungi e con quella scarsa e rara
(i) Cfr. PALMA, op. cit., voi. II, p. 81.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (202/635)
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