Il Comune Teramano di Francesco Savini
104 Parte III - II comune teramano nell'evo medio.
signoria in Teramo, ad esempio: di Giosìa di Acquaviva e di Francesco Sforza, 1' elezione del giudice civile era riservata alla università, siccome ci dimostrano pel primo caso i patti segnati con l'Acquaviva nel 1420 (i) e pel secondo gli statuti del comune del 1440 (2) compilati sotto lo Sforza. E per fermo il regio potere, lontano e disgregato come trovavasi a que' tempi, doveva essere meno invasore di quello locale e spesso tirannico de' baroni. Noi quindi riterremo che il giudice civile teramano sia stato appunto nel 1292 instituito e contemporaneamente allo stabilimento del regio capitano o governatore.
4. Non è a dire se i Teramani si adoperassero con tutte le forze a mantenere e rivendicare quel diritto di elezione del podestà o rettore (come solo si potea nomar tra noi), siccome è pur da credere che il re mantenesse fermo il divieto di quell'elezione, malgrado i più poderosi ufficii, che interponessero i nostri, specialmente per mezzo del pontefice, alto signor del regno, quale era allora riconosciuto, e naturai difensore dei deboli e degli oppressi. Abbiamo a tal proposito un importantissimo e prezioso documento, già nel cittadino archivio, e il cui originale non abbiamo potuto rinvenire nell'archivio di Stato in Napoli, né quindi collocare fra i documenti dell'appendice. L'Antinori intanto ne' suoi manoscritti aquilani (3) ce ne da, come al solito, un ampio e fedele transunto : anche il Palma (4) ne parla, ma per incidenza ed in modo che ci fa parere non averlo egli veduto, perché probabilmente anche a' suoi tempi la preziosa pergamena era andata smarrita. Contiene essa una lettera di Carlo, re d' Ungheria e vicario del regno pel re suo padre Carlo II d'Angiò (5), data da Napoli al i° novembre del 1292 : « Erano soliti, scrive dunque
(1) Cfr. PALMA, op. cit, voi. II, p. 106.
(2) Stai, teram., Firenze, 1889, rub. i del lib. I.
(3) ANTINORI, Mem. mss. di Teramo, ad an. 1292, la cui citazione è la seguente: « Epist. Carol. III. Reg. Hung. et Vicar. Sic. dat. Neap. i Nov., Ind. 6, « Regni sui a. i, in arch. Civ. n. 8, misit Delficus ».
(4) PALMA, op. cit, voi. II, p. 40.
(5) Costui (che non è da confondersi con l'altro Carlo detto comunemente l'Illustre e nel principio del secolo xiv vicario di suo padre Roberto d'Angiò) è quel Carlo Martello, cantato da Dante, che fu coronato re d'Ungheria appunto nel 1292 e dal 1289 era vicario in Napoli pel padre Carlo II e che mori nel 1295. Lo SCHIFA, che ne ha discorso eruditamente nell'Archivio Storico napoletano, ha dimostrato che egli dal 3 giugno, del 1292 principiò ad intitolarsi nella forma, che qui sopra noi riportiamo dall'ANTiNORi (V. Archivio Star, napol., an. 1890, fase. I, p. 34).
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (206/635)
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