Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      2OO Parte III - II comune teramano nell' évo medio.
      possesso di Piana a Camperà, che anticamente faceva parte del feudo di Melatino, stato già donato nel 1499 dal re Federico di Aragona ai Teramani (i). Nel 1509 si venne agli accordi e quel feudo rimase in potere di Campii (2) che anche oggi l'ha nel suo comune.
      Sarebbe pur luogo questo di parlare dei fatti del 1315 compiti dai Teramani in unione ai Montoriesi contro il costoro barone Alamagno, se non ne avessimo ragionato nel precedente paragrafo sotto il diverso rispetto di relazioni guerresche fra i Teramani e i vicini baroni.
      10. Fra i molteplici e confusi rapporti delle varie podestà, che distinguevano il medio évo dal moderno e che ci hanno trattenuto negli antecedenti paragrafi, non sono da passarsi sotto silenzio quelli che intercedevano fra il comune cittadino e i paesi ad esso soggetti. Ed è curioso il notare fin da ora quanta libertà avessero allora que' villaggi, malgrado la loro suggezione a Teramo, sì da potere far guerra e pace coi vicini castelli ancor sottoposti ai feudatarii e quindi indipendenti da detta città ed incaricar la propria signora di rappresentarli in quegli atti. Esiste infatti (3) un instrumento dei 5 dicembre del 1350 non visto dal Palma, con cui i sindaci o rappresentanti delle terre di Morricone e di Tizzano, che vedemmo (cap. x, §§ 15 e 19), nel 1287 e ne^ I294 assoggettarsi a Teramo, supplicano il giudice, il consiglio ed il comune di questa città, acciò lor piaccia di obbligarsi in nome di esse terre, innanzi al nobil uomo Niccola di Macchia, sindaco di Macchia, ad una tregua scadente alla fine del marzo seguente, e ciò perché v'era discordia fra gli uomini di detto di Macchia e quelli delle terre di Morricone e di Tizzano. Ambasciatori per tale patto furono scelti i sapienti e probi uomini sir Antonio di Podio e notar Nicola di Causano (Ganzano?), ambedue di Teramo.
      11. Dalle relazioni di genere torbido e dannoso, passiamo ora a quelle di natura tranquilla e proficua che in cose commerciali ed economiche esistettero fra Teramo e le vicine città del regno e altresì le lontane fuor di questo. Né arrechi poi meraviglia che anche in queste il nostro piccolo comune estendesse i suoi rapporti economici, giacché vedremo più innanzi (cap. xvm, § 3 e) le sue leggi del secolo seguente provvedere all'industria della lana, in quanto
      (1) Cfr. PALMA, op. cit., voi. II, p. 195.
      (2) Cfr. Munì, op. cit, dial. 5°.
      (3) Arch. Com. di Teramo, Atti dei privati, perg. 29.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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